Se non ci fosse, il Codacons bisognerebbe inventarlo. E non c’è nessun intento polemico: ormai è la scialuppa di salvataggio dei giornali, capace di buttare pepe in ogni polemica quotidiana e renderla un po’ più succulenta. Guai a farne a meno. C’è un disservizio in Italia? Il Codacons emette un comunicato. L’inflazione sale? Comunicato. I pm indagano sul Ponte sullo Stretto? Il Codacons si costituisce parte civile. E poi ovviamente il caso Ferragni-Fedez, diventata ormai una sorta di commedia nella tragedia. Tanto che oggi l’associazione dei consumatori (anche noi?) arriva addirittura a diffidare Fabio Fazio dal mandare in onda l’intervista alla “imprenditrice digitale”.
Ora, nessuno può certo accusare questo sito di essere un follower di Chiara-la-(ex)-santa, avendone sottolineato le ipocrisie ben prima della caduta sul pandoro. Né tantomeno di pendere dalle labbra di Fedez, che col Codacons vanta un archivio intero di querele e controquerele. Men che meno siamo in odore di simpatia con Fabio Fazio, con il suo piagnisteo milionario per andare via dalla Rai e le prediche in stile Ghali su migranti e Gaza. Però, a tutto c’è un limite.
Se il conduttore riuscirà a portare Chiara Ferragni a Che tempo che fa il prossimo 3 marzo, buon per lui. E non si capisce per quale motivo il Codacons dovrebbe “chiedere il sequestro della trasmissione”, se non per sparare un titolo perfetto per le nove colonne dei quotidiani. L’associazione ritiene “inaccettabile” che una tv dia spazio “ad un soggetto sotto indagine” per “reati gravissimi contro i cittadini”. Sarebbe addirittura “un vero e proprio insulto da parte di Fabio Fazio e Nove agli italiani”, il tutto condito dal fatto che Chiara potrebbe parlare “del caso pandoro Balocco senza alcun contraddittorio, riportando solo il suo punto di vista sulla vicenda a discapito dei telespettatori che da casa vedranno il programma”.
E qui il Codacons è riuscito a sbagliarle tutte. Primo: Ferragni sarà pure indagata, ma resta innocente fino a prova contraria e ha diritto di parlare dove e quando vuole. Secondo: Fazio invita chi gli pare e piace, pure Totò Riina se volesse. Terzo: non sta scritto da alcuna parte che in una tv privata sia obbligatorio portare il contraddittorio da contrapporre all’influencer, visto e considerato che Fazio è padrone a casa sua.
Siamo certi che il Nove prenderà la diffida ricevuta e la trasformerà in un aeroplanino di carta. E si spera (ma non possiamo metterci la mano sul fuoco) che la magistratura farà altrettanto con l’eventuale ricorso d’urgenza per il sequestro della trasmissione. Perché va bene tutto e la libertà di espressione è sacra, così come pure quella di buttarla in caciara. Ma forse stavolta il Codacons ha esagerato.
Giuseppe De Lorenzo, 22 febbraio 2024
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