Eh niente, c’è voluto il Prefetto di Padova, che ieri ha detto che i femminicidi sono 40 e non 105, perché mi svegliassi dal torpore e andassi a ricontrollare i numeri. Confesso, anche io, presa dal tam tam sul caso Giulia Cecchettin e soprattutto non essendomene dovuta occupare per lavoro, fino ad oggi non mi ero davvero soffermata sui numeri che leggevo. Sentivo spesso parlare di queste “105 donne uccise in Italia” e pensavo si trattasse di femminicidi.
Ma andando a controllare sul sito https://femminicidioitalia.info/lista/recente ecco che in effetti il numero che compare è 39… non 105. Intendiamoci: 39-40 sono sempre troppi sia chiaro. Ma i numeri devono essere dati correttamente altrimenti finiamo con le solite operazioni mediatiche scorrette. Già, perché andando a rileggere i titoli dei giornali di questi giorni con il senno di poi, ecco che si può notare la furbata. Quella di mettere le cose insieme. Nello stesso articolo o dibattito in cui si parla di femminicidi e del caso di Giulia, ecco che vengono richiamate le “105 donne uccise” in Italia nel 2023. Il che è assolutamente vero, nessuno può negarlo, ma tra queste rientrano ad esempio casi come quello della dottoressa della guardia medica uccisa la settimana scorsa in Calabria durante un agguato e che sicuramente femminicidio non è.
È chiaro dunque che se questa casistica viene inserita in un articolo che parla di femminicidi, arrivare a pensare che il numero citato sia quello del reato in oggetto, è piuttosto normale. Anzi, matematico direi. Del resto l’obiettivo è evidentemente questo: trarre in inganno il lettore. Un’operazione estremamente scorretta da parte di chi anziché confondere le acque, dovrebbe informare. Anche il Corriere riporta “l’omaggio del Sindaco Sala alle 105 donne uccise quest’anno, da Giulia Tramontano a Sofia Castelli” e non a caso, due casi di femminicidio conclamato vengono inseriti nello stesso titolo in cui si riportano le 105 donne uccise che però non sono tutti femminicidi.
Gonfiare un numero, scambiando una casistica con un’altra non è certo il modo giusto per portare l’attenzione sul tema. Anzi, se mai, è controproducente. Alla lunga però. Sono convinta infatti che dato il livello di sciacallaggio sul caso della povera Giulia cui abbiamo tutti assistito in questi giorni, pur di dare benzina alle proprie battaglie ideologiche, saranno in tanti quelli che preferiranno far finta di nulla.
Francesca Ronchin, 23 novembre 2023
Autrice del libro IpocriSea, le verità nascoste dietro i luoghi comuni su immigrazione e Ong (Aliberti, 2022). Lavora per la RAI. Suoi scritti sono apparsi su Corriere della Sera, La Verità, Panorama, Analisi Difesa e altri.