Fico è fuori pericolo si vita. L’attentatore tifava per i macroniani

Il 71enne Juraj Cintula è sostenitore del partito Progresívne Slovensko, alleato in Europa con Renew. E non viene definito criminale, ma poeta

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Robert Fico attentato

Il premier slovacco Robert Fico è in gravi condizioni ma fuori pericolo di vita all’ospedale della cittadina di Banskà Bystrica, nel centro del Paese e a 200 chilometri dalla capitale Bratislava. Il politico ieri è stato ferito con 5 colpi di pistola da Juraj Cintula, scrittore di 71 anni, ed è stato sottoposto a un lungo intervento chirurgico al termine del quale è stato posto in coma farmacologico. Le prossime ore saranno decisive e la comunità internazionale ha espresso solidarietà e vicinanza al cinquantanovenne, ma c’è anche un altro dibattito da tenere in considerazione e riguarda l’attentatore. Cintula ha affermato di aver agito perchè “non d’accordo con la politica di questo governo“. In altri termini, ha punito Fico per le sue posizioni euroscettiche e anti-Nato oltre che anti-Ucraina. E attenzione al curriculum del poeta-criminale.

“Robo vieni qui”, le parole pronunciate da Cintula prima di sparare a Fico. Secondo il quotidiano slovacco Marzika, il 71enne è noto per essere fondatore di un club letterario e autore di numerose raccolte. Nel suo passato anche un periodo da agente di sicurezza privata. La pistola utilizzata per l’attentato era legalmente posseduta, in quanto recentemente vittima di una aggressione armata in un centro commerciale a Levice. Dalle prime informazioni a disposizione, Cintula non avrebbe alcun tipo di disturbo o patologia psichiatrica. Ma i riflettori sono accesi soprattutto sul già citato attivismo: nel 2005 ha fondato un’organizzazione per scrittori Literárny klub DÚHA, trasformatosi poi in associazione civica nel 2008, mentre dal 2015 era membro dell’Associazione degli scrittori slovacchi. E arriviamo al Partito Progressista slovacco, non certo un movimento terroristico o rivoluzionario.

Pur non essendo membro attivo di Progresívne Slovensko – il leader Michal Simecka ha smentito categoricamente ogni legame col partito – l’aggressore di Fico non avrebbe mai fatto mistero delle sue posizioni pro-Ue e pro-Nato. Come anticipato, Progresívne Slovensko non può essere tacciato di estremismo: in Ue fa parte dell’alleanza liberale macroniana Renew, che per l’Italia vede protagonista Italia Viva di Matteo Renzi. E il quesito che ci poniamo è un altro: cosa sarebbe accaduto se un militante di destra avesse attaccato un leader europeista? I quotidiani avrebbero parlato della sua passione per le poesie o avrebbero sfornato decine di filippiche sul ritorno del fascismo?

In queste ore abbiamo assistito a titoli abbastanza patetici. Fin da subito Fico è stato bollato come l’Orban slovacco e citato più che altro per le sue posizioni contrarie ai compagnucci di sinistra, o meglio di quella sinistra che piace a tutti i giornalisti. Mentre per l’aggressore sarebbe impossibile immaginare un trattamento più clemente. Ci mancherebbe, la gogna è esclusiva di certa stampa. Ma il giochino di cambiare gli schieramenti di aggressore e aggredito lascia pensare. Immaginiamo gli appelli per la piazza, il ritornello di “Bella ciao”, la resistenza. Il pressing sul governo per prendere le distanze dall’estremismo, il patentino di antifascismo, le baggianate strumentali per provare a gettare fango. Uno scenario ridicolo, ma tristemente plausibile.

Franco Lodige, 16 maggio 2024

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