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Fifa, Uefa e il mal d’Arabia: l’assordante silenzio su Israele

Nessun riferimento agli orrori di Hamas in Israele da parte delle principali istituzioni del mondo del calcio: due pesi e due misure?

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Alcune tragedie hanno più valore di altre? Questa è la domanda che sorge spontanea dopo aver letto i comunicati diffusi da Fifa e Uefa sul rinvio delle partite delle nazionali in Israele. La Nazionale maggiore avrebbe dovuto sfidare la Svizzera per le qualificazioni Europee il prossimo 12 ottobre, mentre l’Under 21 avrebbe dovuto affrontare Estonia e Germania per le qualificazioni agli Europei di categoria. Posticipato anche un torneo Under 17 che avrebbe coinvolto i pari età di Belgio, Gibilterra e Galles. Da valutare, invece, il rinvio di Kosovo-Israele in programma il 15 ottobre.

Tutto giusto fino a qui. Il problema risiede nella nota diramata dall’organo di governo del calcio europeo: 142 parole in cui non viene menzionata la causa di quella che è stata definita “l’attuale situazione in Israele”. Quattro giorni dopo l’attacco a sorpresa di Hamas, con centinaia di morti innocenti, nessun riferimento ai missili e alle barbarie dei miliziani. Nessuno spazio nemmeno per le condoglianze a un Paese membro colpito da un massacro senza precedenti, un Paese che nel 2027 ospiterà il campionato europeo Under 19, un Paese che sta piangendo l’ex calciatore Lior Asulin, assassinato da Hamas al rave party vicino al confine di Gaza.

Un’omissione palese, voluta. Perché la Uefa ha sempre preso posizione di fronte alle tragedie, come recentemente dimostrato in occasione del violento terremoto che ha scosso il Marocco. “Le vittime dovranno essere ricordate in tutte le prossime partite delle competizioni per squadre nazionali e per club”, la richiesta. Stesso discorso dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, una ferma condanna della guerra: “Il calcio è unito e solidale con tutte le persone colpite in Ucraina”. E ancora nel 2016, subito dopo l’attentato terroristico di Nizza, la Uefa manifestò vicinanza alla Francia.

Mutismo imbarazzante anche da parte della Fifa. Ma il presidente Gianni Infantino ha comunque trovato il tempo per pubblicare gli scatti della sua visita al Gran Premio di F1 in Qatar oppure le immagini della sua presenza al matrimonio del fuoriclasse brasiliano Ronaldo. Dopo le polemiche sui Mondiali in Qatar, un’altra bufera all’orizzonte all’insegna del doppiopesismo.

Massimo Balsamo, 11 ottobre 2023