La paladina dei diritti ed il numero uno dell’Accademia della Crusca ha toppato. Ancora una volta. Dopo la polemica relativa alla scelta della premier Meloni di utilizzare la formula “il presidente”, e non l’articolo femminile, è arrivata la volta del partito Fratelli d’Italia. Secondo l’ex presidente della Camera, infatti, il movimento fondato dalla nuova presidente del Consiglio sarebbe discriminatorio, proprio perché non includerebbe nel nome le “Sorelle d’Italia”. E, a questo punto, diciamo noi: perché non ammettere anche la comunità Lgbt, di cui Laura si è scordata?
Scontro Meloni-Boldrini
Ma non finisce qui. Oggi, durante il voto di fiducia alla Camera, è arrivata una duplice steccata. Da una parte, Meloni ha ripreso ironicamente l’attacco di Laura Boldrini, secondo cui, con la dicitura “ministero della Sovranità Alimentare“, si andrebbe a vietare l’importazione di qualsiasi cibo straniero nel nostro Paese (la rappresentante del Pd ha utilizzato come esempio l’ananas). Dall’altra, però, la vera figuraccia arriva nel pomeriggio di ieri, quando l’ex terza carica dello Stato ha twittato il seguente post: “Il discorso di Meloni è stato a base di retorica nazionalista, polemico, vago su economia e lavoro, carente sull’immigrazione, autoreferenziale. Ha detto “non disturbare chi vuole fare“. In democrazia chi governa è sempre al vaglio dell’opposizione. Stia certa: disturberemo”.
Il discorso di #Meloni è stato a base di retorica nazionalista, polemico, vago su economia e lavoro, carente sull’immigrazione, autoreferenziale.
Ha detto “non disturbare chi vuole fare”.
In democrazia chi governa è sempre al vaglio dell’opposizione. Stia certa: disturberemo.
— Laura Boldrini (@lauraboldrini) October 25, 2022
La figuraccia
Boldrini ha alluso ad un presunto attacco di Giorgia Meloni all’opposizione, traducendo la frase come un monito alla sinistra, che non avrebbe dovuto mettere i bastoni tra le ruote al lavoro svolto da FdI, Lega e Forza Italia, a Palazzo Chigi. Eppure, la frase della premier riguardava tutt’altro tema. Il presidente del Consiglio – da notare l’articolo maschile – stava parlando del rapporto tra imprenditori e Stato, con l’intenzione di salvare il mondo dei produttori privati dalla burocrazia, dall’iper-tassazione (che tanto piace a sinistra), dalle migliaia di norme che imbrigliano le imprese. Insomma, ancora una volta, Boldrini ha preso un’altra strada, e ha collezionato l’ennesimo svarione, fraintendimento, errore.
Non è un caso che gli utenti della piattaforma Twitter glielo abbiano fatto notare: “Ma perché hai capito che il non disturbare era riferito all’opposizione? Ha detto non disturberemo chi vuole fare, rivolto alle imprese. Che c’entra l’opposizione?”; “Non disturbare a chi vuole fare era riferito agli imprenditori che sono imbrigliati in migliaia di norme, spesso in contraddizione tra loro. Il suo taglia e cuci è veramente infimo e – quello sì – retorico”. Ma la risposta di Laura non arriva, come neanche le scuse per aver frainteso la frase della premier.
Pochi giorni fa, inoltre, Boldrini è stata anche contestata da una giovane femminista romana, proprio sul tema caro all’ex presidente della Camera: i diritti delle donne. In un acceso confronto, ripreso dalle telecamere, la studentessa ha abiurato la rappresentanza della Boldrini al sit-in sull’aborto, colpevole di aver “tradito i giovani” attraverso “stage non pagati, lavoro sfruttato, alternanza scuola-lavoro o progetti in azienda”. Le mazzate, almeno in queste ultime settimane, arrivano da tutte le parti: da destra a sinistra, dalla frangia radical alle femministe più convinte. Non il periodo migliore per Laura.
Matteo Milanesi, 26 ottobre 2022