Una vera e propria bordata di fischi, quella ricevuta ieri sera dal presidente francese, Emmanuel Macron, in occasione della partita di apertura dei mondiali di rugby tra la Francia e la Nuova Zelanda, poi finita con l’impresa parigina che ha trionfato 27-13 contro gli All Blacks. Ma le novità sono arrivate già prima del fischio di inizio, quando Macron – mentre stava salendo sul palco per il proprio intervento – è stato accolto da un’ondata di fischi e “buuu” di contestazione. Un episodio che ha obbligato il presidente francese (in evidente imbarazzo) a dover aspettare che i boati calassero, per poi poter ricominciare a parlare.
Il precedente
Non è la prima volta che è stata offerta un’accoglienza di questo tipo a Macron. Solo un mese e mezzo fa, per esempio, dopo gli scontri di quest’estate nelle banlieue per la morte del giovane Nahel, il presidente francese è stato fischiato e invitato a dimettersi in una Parigi blindata, durante la parata sugli Champs-Élysées, in occasione dell’anniversario della Presa della Bastiglia nel 1789, uno dei momenti cardine della Rivoluzione francese.
Per approfondire:
- “Macron si scusi”. La sberla di Amato sul caso Ustica
- Macron contestato, la sua leadership vacilla
- Mistero all’Eliseo: pezzo di dito in una lettera a Macron
Macron fischiato
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Questa volta, dopo la contestazione, il presidente francese ha cercato di stemperare gli animi. “Amici del rugby – ha affermato Macron – per tutti noi francesi, è un immenso orgoglio accogliere sul nostro territorio tutte queste squadre della Coppa del mondo di rugby e ovviamente i nostri Bleus“. Ma la sua presenza non ha solo scatenato il disprezzo dei presenti sulle tribune dello Stade de France; pure a Marsiglia, nella fan zone allestita nei pressi della spiaggia, e su quella di place de la Concorde, a Parigi, il pubblico ha in gran parte fischiato il suo discorso di apertura.
Nei sondaggi, erano i dati pubblicati dallo studio Ifop-Fiducial per Le Figaro Magazine e Sud-Radio, a sottolineare l’ascesa di Marine Le Pen, che ad oggi raccoglierebbe circa il 31 per cento dei consensi al primo turno, staccando Mélenchon di 9 punti percentuali. Macron non potrà candidarsi per la terza volta. Eppure, la svolta a destra della Francia rappresenta potenzialmente il voto di sfiducia che la popolazione – dopo la riforma delle pensioni e le rivolte per Nahel – nutre nei confronti dell’attuale numero uno dell’Eliseo. Il tutto a 6 anni dall’inizio della sua presidenza.