Persino i più ottimisti talebani della religione green avranno qualche preoccupazione per il mercato delle auto elettriche. Nel corso degli ultimi mesi abbiamo registrato decine di cattive notizie sul mondo dei veicoli alla spina, punto di riferimento dell’integralismo verde. Non è un caso che diversi Stati e numerose case produttrici abbiano deciso di mettere in stand-by gli ambiziosi piani produttivi per evitare di perdere milioni di euro. Il mercato ha subito una brusca frenata e anzi stanno aumentano le immatricolazioni di vetture a benzina e diesel. I motivi del flop sono noti: sì la naturale esistenza al cambiamento, ma anche i prezzi esorbitanti e le scarse infrastrutture. L’ultimo allarme è stato lanciato dalla Hertz.
La celebre società di noleggio ha infatti deciso di liberarsi progressivamente della sua flotta di auto elettriche a partire dalle Tesla (a causa delle variazioni di prezzo). Una strategia in continua evoluzione, come testimoniato dai numeri: se in un primo momento era stata sancita la vendita di 20 mila unità, la cifra è salita a 30 mila a causa delle recenti dinamiche di mercato. In altri termini, Hertz ha in mente di privarsi della metà delle auto elettriche gestite.
I numeri non possono mentire e Hertz lo sa bene. All’ampliarsi delle auto elettriche, la società ha annotato un impatto negativo nel primo trimester del 2023, con oneri di ammortamento che sono aumentati vertiginosamente. E le ripercussioni sono note: il prezzo delle azioni della società è crollato del 24 per cento. Ma non è tutto. La società di noleggio ha dovuto fare i conti con i costi elevati della manutenzione e della gestione delle vetture, molto più salati dei veicoli “classici”.
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Non parliamo di una realtà ostile alla religione green, anzi. Hertz aveva annunciato piani ambiziosi per l’espansione della flotta elettrica, compreso un ordine di 100 mila veicoli Tesla. E attenzione, il suo esempio potrebbe essere seguito da altre società del settore: parliamo di Sixt e della sua decisione di eliminare gradualmente i veicoli green. Una maggiore attenzione al settore, una valutazione più curata e meno ideologica. Tutto prima che sia troppo tardi, prima di arrivare ai tagli più dolorosi, ossia quelli al personale.
Massimo Balsamo, 28 aprile 2024
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