Flop auto elettriche: Volkswagen in fuga da Bruxelles

Senza alternative, lo stabilimento cesserà le operazioni: l’ennesima testimonianza delle difficoltà del mercato delle auto alla spina

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Cina a parte, le auto elettriche non sfondano. Con numeri diversi da Paese a Paese, in Europa il mercato dei veicoli alla spina è fermo, nonostante la grande campagna di comunicazione messa in moto dagli integralisti e le promesse mirabolanti degli alfieri della religione green. Dai prezzi esorbitanti alla naturale resistenza al cambiamento, sono numerosi i fattori che frenano i consumatori. E le case produttrici sono costrette a mettere in stand-by piani ambiziosi e piuttosto costosi. L’ultimo segnale d’allarme arriva da uno dei colossi del settore, la Volkswagen.

Una delle realtà più in difficoltà del mercato delle elettriche è Audi, complice il posizionamento nella fascia alta. Secondo quanto circolato nelle ultime ore – fonte Reuters – la casa tedesca sarebbe intenzionata a ritirare dal mercato la Q8 e-tron a causa della scarsissima domanda. Ma non solo: in ballo c’è anche la possibile chiusura dello stabilimento belga di Bruxelles, un impianto di cui tanto s’è parlato negli ultimi anni per la sua natura ecologica (impianto fotovoltaico importante, riciclo delle acque, energie rinnovabili per la movimentazione delle merci, e così via) ma che rischia di abbassare le serrande per sempre. In soldoni, a rischio 3 mila lavoratori.

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Il rallentamento delle vendite ha causato parecchi problemi ai numeri di Audi, che non ha utilizzato troppi giri di parole per commentare il momento di difficoltà: “Se non verrà trovata un’alternativa, è possibile la cessazione delle operazioni“. Una presa di posizione forte, considerando la storia del gruppo Volkswagen, che l’ultima volta che ha chiuso uno stabilimento è stato nel 1988, negli Stati Uniti (lo stabilimento di Westmoreland, in Pennsylvania, ndr). E la chiusura rappresenterebbe una notizia esiziale per tutto il mercato, considerando che sia la cessazione di attività dello stabilimento che la riconversione ad altri modelli avrebbero un costo non trascurabile, circa 2,6 miliardi di euro. Fare un tale investimento per dire basta alle elettriche rappresenterebbe un campanello d’allarme enorme per tutti gli attori in gioco.

Il dossier Bruxelles va monitorato non solo per il destino dei lavoratori, ma più in generale per il mercato delle elettriche. Una mossa decisa di Volkswagen potrebbe invitare anche altre case produttrici a rivedere i piani, tra tagli di investimenti e cali di produzione. Ciò che è certo è che il boom tanto atteso non è ancora arrivato e, di questo pasos, difficilmente arriverà. Con buona pace dei talebani verdi.

Franco Lodige, 10 luglio 2024

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