Il dibattito sulle auto elettriche si fa sempre più rovente. Nonostante il pressing esasperato dei talebani della religione green, sempre più attori dell’industria automobilistica stanno bollendo l’elettrica come sopravvalutata, rimarcando le tante criticità. Dalle emissioni di anidride carbonica passando per la perdita di milioni di posti di lavoro, fino ai costi proibitivi per la maggior parte delle persone: i problemi sono parecchi. L’ultimo segnale di allarme per gli integralisti verdi arriva direttamente da Hertz: l’azienda statunitense prevede infatti di vendere un terzo della sua flotta di auto elettriche. Ma non solo: l’obiettivo è quello di tornare a investire nelle vetture tradizionali – ossia a benzina – data la domanda debole e gli alti costi di riparazione per le batterie.
La vendita di 20 mila auto elettriche è iniziata a dicembre e Hertz ha intenzione di proseguire per tutto il 2024. Nei risultati del quarto trimestre, Hertz registrerà un onere di circa 245 milioni di dollari relativo alle spese di ammortamento. Parliamo della stessa azienda che appena tre anni fa annunciava di voler acquistare 100 mila Tesla. Una situazione emblematica del brusco rallentamento della domanda di auto alla spina negli Stati Uniti. “La società prevede di reinvestire una parte dei proventi della vendita di veicoli elettrici nell’acquisto di auto con motore a combustione interna per soddisfare la domanda dei clienti. Hertz si aspetta che questa azione bilanci meglio l’offerta rispetto alla domanda attesa di veicoli elettrici”, si legge nella nota diffusa dalla società.
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Il dietrofront di Hertz conferma la tendenza da parte dell’industria di rivedere la strategia di mercato e di accantonare “l’all-in” sulle auto elettriche. I dubbi sono tanti, a partire dalle scelte dei consumatori e dai prezzi delle vetture green. Una cosa è certa: la sterzata di Hertz è mirata esclusivamente a migliorare il flusso di cassa e gli utili del 2024 e del 2025. La stessa società ha evidenziato di prevedere un miglioramento dei risultati finanziari grazie all’aumento dei ricavi giornalieri e alla riduzione degli ammortamenti e delle spese operative.
Massimo Balsamo, 12 gennaio 2024