Cronaca

Il caso Jj4

Follia statalista: l’orsa Jj4 è “proprietà pubblica”

Sul caso dell’orsa Jj4 è intervenuta anche la Corte dei Corti. Ora l’esemplare potrebbe essere esempio di “proprietà pubblica”

© humlan e EKATERINA BOLOVTSOVA tramite Canva.com

Non si placano le polemiche su quale dovrà essere il futuro dell’orsa Jj4, l’esemplare che ha aggredito e ucciso il 26enne Andrea Papi, trovato morto nei boschi mentre stava correndo. Dopo aver presentato sul tavolo l’ipotesi abbattimento dell’animale, insieme alla “detenzione” all’interno di un’apposita struttura senza contatti con l’uomo, ora è intervenuta anche la Corte dei Conti.

Dopo le numerose segnalazioni ricevute, la Procura ha aperto un’inchiesta sulla gestione di questi esemplari e sulle azioni adottate dal Trentino per monitorare gli orsi. La notizia arriva direttamente dal Corriere del Trentino, specificando come l’abbattimento di Jj4 potrebbe costituire un danno erariale per due ragioni fondamentali. La prima perché l’orso è una specie di interesse comunitario, uno dei maggiori mammiferi tutelato da norme sia a livello comunitario che nazionale; la seconda perché da ciò potrebbe essere arrecato un danno alla collettività, essendo la tutela di questi esemplari un esempio di tutela della proprietà pubblica.

Per approfondire:

Il Corriere del Trentino ha preso in considerazione anche le analogie e le differenze con un caso precedente, riguardante le marmotte, che era costato all’ex presidente Luis Durnwalder ben 568.000 euro per aver autorizzato in deroga l’abbattimento di marmotte. Nonostante tutto, continua il quotidiano, “per i due plantigradi trentini la situazione è decisamente più complessa rispetto alle marmotte dell’Alto Adige. Jj4 e Mj5 sono infatti ritenuti orsi problematici, quindi pericolosi per la sicurezza e questo è l’aspetto centrale su cui si basano le due ordinanze di abbattimento firmate”. Ed è proprio su questo su cui si giocherà l’udienza collegiale di merito del prossimo 11 maggio davanti al Tribunale amministrativo regionale.

I rischi per la sicurezza della collettività, però, sono stati segnalati anche dal presidente del Tar di Trento, Fulvio Rocco, che nel recente decreto ha parlato chiaramente di “grave pericolo per l’incolumità delle persone e la continuità delle attività economiche in aree ampiamente antropizzate”. Questo, appunto, a causa “dell’incontrollato incremento degli esemplari di orso nel territorio provinciale”.