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La sentenza dell'ex presidente

Follia totale della Boldrini: “Meloni non può andare al governo”

L’ex presidente della Camera si erige a giudice ultimo: non contano i voti, ma se sei del Pd

Quando la sinistra è più di destra della destra: così porteremmo intitolare il teatrino andato in onda a Piazzapulita, che ha visto protagoniste la molto politicamente corretta deputata Pd, Laura Boldrini, e Giorgia Meloni. “Se Fratelli d’Italia vincesse le elezioni non potrebbe governare”, è la sentenza emessa dal democratico Pd che, senza peli sulla lingua, ha messo all’angolo Fdi. In barba al risultato elettorale.

Sembra evidente, stando alle parole della Boldrini, che la democrazia – ormai – il Pd ce l’abbia solo nel nome del partito. Quel partito che vuole essere “buono”, “tollerante” e “inclusivo” a tutti i costi ma che – in realtà – sembra sentirsi in dovere, e in diritto, di distribuire pagelle non richieste e di bocciare secondo le proprie logiche interne, a prescindere dal volere dell’opinione pubblica.

“La destra di Giorgia Meloni è una destra reazionaria, oscurantista, non europeista, non liberale, che non sa prendere le distanze dagli estremismi e che sui diritti civili è sempre contro”, ha tuonato, infatti, l’ex presidente della Camera dem, sbeffeggiando la collega con quella tipica, e ormai scontata, superiorità morale di un Pd che ha fatto dei propri capisaldi le proprie contraddizioni.
Se è vero infatti che la destra della Meloni è apparsa ultimamente contro tutto e tutti, non si può però non notare la smania di un partito democratico che vorrebbe apparire a tutti i costi mainstream ma che, nei fatti – e nelle parole -, non fa altro che dimostrare la mediocrità e la debolezza delle battaglie che porta avanti.

La Meloni, dal canto suo, ha risposto per le righe: “Fdi sarebbe un partito illiberale in quanto contrario alla riforma del catasto e all’esproprio delle aziende balneari del governo per mettere all’asta gli stabilimenti balneari e darli alle multinazionali straniere? Per questo non potremmo governare se vincessimo? Suggerisco ad Enrico Letta di cambiare il nome di questo partito perché comincia ad essere un po’ surreale e ridicolo”. E ancora: “Saremmo, quindi, illiberali perché non vogliamo fare i favori ai soliti poteri forti?”, ha tuonato Meloni insinuando l’ipotetico comportamento di un Pd che si piega ai diktat di chi “conta davvero”.

Effettivamente sentire una deputata Pd che sentenzia sull’impossibilità di governare di un partito, a prescindere dall’opinione dei cittadini, è quantomeno confuso. In Italia, che è una democrazia – se mai i dem se lo fossero dimenticati –, chi vince governa, rispettando il volere dei cittadini. “Già il fatto che Formigli abbia chiesto alla Boldrini se FdI, in caso di vittoria, potrebbe governare è di per sì divertente”, ha continuato la Meloni, “Una cosa è se chiedi: secondo te governerebbero bene o male… No, loro ti chiedono, seppur gli italiani li dovessero votare, Fdi e Meloni possono governare? Fare questa domanda a un’avversaria del nostro partito è surreale”.

E se è vero che l’Italia non ha padroni, probabilmente questa volta i dem hanno fatto il passo più lungo della gamba, bollando un partito di impossibilità di governare: che forse abbiano deciso di cambiare mestiere e intraprendere la carriera di giudici? Che tanto, anche in quel caso, le porte girevoli non si fermano!

Bianca Leonardi, 7 maggio 2022