E tutto finì in una bolla di sapone. Il caso Metropol, con l’accusa alla Lega di aver intascato tangenti di finanziamento illecito al partito da parte di petrolieri russi, si è rivelata una clamorosa fake news. La bufala, sapientemente costruita dai soliti giornali d’inchiesta di sinistra (vera e propria “macchina del fango”), è stata in questi anni una formidabile arma di lotta politica nelle mani dei leader di quella parte politica, che l’hanno cinicamente usata contro Matteo Salvini e il suo partito, presentati come corrotti e servi di potenze straniere.
Un vero e proprio teorema di cui la procura di Milano non ha potuto fare altro che accertare l’inconsistenza, chiedendo l’archiviazione della pratica. Siamo sicuri che nessuno chiederà ora scusa a Salvini e la notizia sarà data in poche righe di giornale e in rapidi passaggi televisivi e poi dimenticata.
“Il tempo è galantuomo” sembra che abbia commentato il leader della Lega in una chat interna del partito. Per il resto Salvini è, in queste ore, giustamente abbottonatissimo. Che necessità c’è di parlare, quando gli italiani, che la sinistra dall’altro della sua spocchia, crede tutti scemi, sanno fare due più due e capire chi è che bara al gioco? Il tempo però non è solo galantuomo, sa anche giocare con astuzia e mettere di fronte a situazioni paradossali.
La notizia dell’archiviazione del caso Metropol è infatti giunta proprio nel momento in cui altri magistrati, quelli belgi, hanno beccato con le mani nel sacco politici rilevanti del Pd e della sinistra. Nel loro caso il finanziamento illecito è provato dalla flagranza del reato. Così come ancor più clamoroso è il fatto che i finanziamenti arrivino da un’autocrazia liberticida di ispirazione islamista. In effetti, la propaganda della sinistra bufalara verteva proprio sul fatto che a finanziare la Lega sarebbe stata una potenza straniera nemica dell’Occidente. Due casi, quelli del QuatarGate e del Metropol, perfettamente speculari. Ma con una sola differenza: l’uno è vero e l’altro era una clamorosa bufala. Meditate gente, meditate.
Corrado Ocone, 17 gennaio 2023