Sono già scesi in campo quelli che dovrebbero vigilare sulla democrazia, sulle libertà e sui diritti in Italia, dopo la vittoria elettorale della coalizione di centrodestra. Tra questi, vi è l’intramontabile Carlo Calenda, che con il suo Terzo Polo è partito all’attacco di Lorenzo Fontana, neo-eletto presidente della Camera dei Deputati.
Il post di Calenda
In un post su Facebook, il leader di Azione ha espresso la propria posizione sulla terza carica dello Stato, definendolo, in sostanza, un soggetto che si pone fuori dal campo della democrazia liberale. Insomma, chi può stare e chi no all’interno del Parlamento, chi può esercitare i propri diritti di espressione, chi può assumere incarichi di rilievo politico lo stabilisce ex ante Calenda, in una funzione di demiurgo e decisore supremo; non la maggioranza degli italiani alle urne elettorali.
Ma ciò che fa più paura è il proseguo della frase. Secondo l’ex ministro, “chi si pone fuori dalla democrazia liberale deve subire una penalizzazione“. Insomma – diamo una nostra interpretazione – il voto degli italiani e le preferenze dei parlamentari dovrebbero essere ricorretti, in una funzione di ministero della verità orwelliano, dove Calenda potrebbe esserne il titolare a vita.
Sono parole agghiaccianti, almeno per chi si candida e viene eletto per rappresentare i cittadini italiani. Ma, ormai, siamo preparati alle sparate di Calenda. Dopo la proposta scolastica, secondo cui “tutti i ragazzi dovrebbero fare il liceo” (eh sì, perché i tecnici o i professionali sono all’insegna dell’analfabetismo); il giorno prima del voto, fissato per il 25 settembre, il leader del Terzo Polo specificava come gli italiani, “almeno per una volta”, avrebbero dovuto “votare con la testa”. Esatto, sensibilità democratica a livelli estremi.
Il curriculum di Fontana
Ma visto che Azione ha fatto della “competenza” il proprio slogan; andiamo a leggere il curriculum del neo-eletto Lorenzo Fontana. Nato nel 1980, ha conseguito tre lauree, rispettivamente in Scienze Politiche, Storia e Filosofia. Per di più, è iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti, dopo aver intrapreso la carriera politica all’età di 22 anni. Deputato eletto nella scorsa legislatura ed europarlamentare per nove anni; è stato ministro per la Famiglia e le Disabilità, nonché ministro per gli Affari Europei, durante il governo gialloverde, presieduto da Giuseppe Conte.
“La tua bulimia social”
Insomma, stiamo parlando di una figura istituzionale con ben tre lauree, oltre ad aver presieduto numerosissimi incarichi comunitari e di governo, all’età di soli 42 anni. Un curriculum che potrebbe piacere – forse – allo stesso Calenda. E gli utenti glielo fanno notare: “Fontana ha tre lauree e sta prendendo la quarta. Ditelo che il vostro è solo un problema ideologico e risparmiateci la lezione sulla competenza nella politica”; “Le sue parole la qualificano come un illiberale”; “Deludenti le tue continue analisi che giudicano sempre e solo gli altri, altrettanto deludente questa bulimia social che ha stancato”. E arriva la sentenza: “Dar lezioni di democrazia, stabilire a priori chi possa e chi no, sono esercizi che denotano presunzione e arroganza, degne del peggior regime“. Prima o poi, a forza di scaricare costanti raffiche di polemiche ed insulti, la ruota rischia di girare. E vedi che gli anti-democratici sono proprio quelli che si professano paladini della democrazia?
Matteo Milanesi, 14 ottobre 2022