Giorgia Meloni con il Manifesto di Ventotene ha assestato un ko tremendo alla sinistra. Ha smascherato tutti quei soloni che non hanno mai letto il testo di Altiero Spinelli & Co., ma non solo. Il primo ministro ha costretto compagni e compagnucci a fare una figuraccia dietro l’altra. L’ultima, clamorosa, è datata 22 marzo, ossia quest’oggi. Sì, perché sull’onda del (presunto) entusiasmo di compattezza, il Partito Democratico con il deputato Roberto Morassut ha lanciato lo sbarco a Ventotene: un modo per lanciare un messaggio al governo. Ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti: una Caporetto.
Il meteo non è l’unico problema per i dem. L’adunata davanti alla tomba di Spinelli per rendere omaggio ai presunti padri dell’Europa ha registrato parecchie defezioni. Rivolta a tutti i membri dell’opposizione, l’iniziativa ha avuto poco, pochissimo successo: niente leader, ma soprattutto niente Movimento 5 Stelle e niente Azione. Insieme al Pd, presenti +Europa, Avs e Italia Viva, con Matteo Renzi alla ricerca di un po’ di visibilità dopo i continui risultati disastrosi nei sondaggi. L’obiettivo degli organizzatori era “un’iniziativa nata da forze politiche regionali, laziali, ci saranno rappresentanze del territorio, a me pare che su questo ci sia larghissima unità. Si cercano sempre divisioni, non su Ventotene, non sulla risposta alla indegna strumentalizzazione della Meloni“. Ma da Conte e Calenda è arrivata una indimenticabile pernacchia.
“La retorica in Italia serve spesso a fuggire dalle responsabilità, oggi l’atto più europeista che si può compiere è costruire una Nato europea. Per farlo occorre anche spendere più in difesa. Questo è il crinale dell’Europeismo. Rileggere De Gasperi insieme a Spinelli”: questo il commento caustico di Calenda. Sulla stessa lunghezza d’onda Giuseppi: “non basta appellarsi a Ventotene, bisogna combattere sul terreno, concretamente” per la difesa di una democrazia non solo formale ma sostanziale. La sostanza per il Pd non cambia: anzichè rafforzare la sinistra e immaginare un’opposizione compatta alla Meloni, lo sbarco ha confermato le distanze tra partiti che condividono poco e nulla. Con buona pace delle sparate filosofiche dei leader dem, ora giustamente in imbarazzo.
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Emblematiche le parole farfugliate da Nicola Zingaretti, capodelegazione Pd in Ue e tra i pochi volti di spicco a livello nazionale presenti a Ventotene. “Chi non è venuto non credo che sia contro, forse aveva altre cose da fare. Io sono contento di esserci, però” la pseudo-giustificazione dell’ex governatore del Lazio. Forse dovevano fare la spesa, oppure andare al cinema. E ancora: “Conte? Io penso che sia anche giusto che non ci sia, perché questa è un’iniziativa del Partito Democratico e noi non possiamo pretendere che tutti siano ovunque. Non c’è nessuna polemica in questo atto e non va vista come una polemica”. Eppure all’iniziativa piddina ci sono +Europa, Avs e Italia Viva: ulteriore autogol”. Zingaretti ha aggiunto: “Io sono d’accordo che ognuno sta in queste battaglie come decide di esserci. Conte ha detto chiaramente quello che pensa. Noi vogliamo stare nella partita con la nostra identità ed è giusto che sia così. L’importante è che tutti lavoriamo per tentare di costruire una proposta unitaria al termine”. Comprendiamo la difficoltà a giustificare un flop così fragoroso.
Le parole della Meloni su Ventotene hanno toccato un nervo scoperto, è lapalissiano. Emblematica la reazione scomposta di Pd e compagnia cantante a un post pubblicato da Fratelli d’Italia nella giornata di ieri, con una foto che raffigura una breccia nel muro del Manifesto con la seguente didascalia: “Abbattuto l’ultimo muro rosso. Loro sbraitano, noi esultiamo”. L’impazzimento porta la firma del rossoverde Angelo Bonelli: “È un’infamia”. Ancor più muscolare il collega Marco Grimaldi: “Post indecente come un saluto nazista, si comportano da piccoli repubblichini”. Una cosa è certa: oltre a dedicarsi a quella del governo, la Meloni detta l’agenda anche alla sinistra. Che brutta fine per il Pd.
Abbiamo buttato giù l’ultimo muro rosso. Loro sbraitano, noi esultiamo. pic.twitter.com/SGt4hB7NQC
— Fratelli d’Italia (@FratellidItalia) March 21, 2025
Franco Lodige, 22 marzo 2025
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