Le parole che pronunciamo raccolgono abitudini iterate, insicurezze calcificate, sogni. Scolpiamo con le parole pensieri e azioni, a volte spinti dalla paura di quello che non conosciamo e che vogliamo ingabbiare, a volte per evitare che i riferimenti noti si sciolgano come neve al sole. Ripetiamo vecchie storie per interpretare gli eventi e orientarci.
Basta sempre meno tuttavia questa mappa usurata per immobilizzare il divenire in cui stiamo, per il semplice fatto che scalpitiamo, palpitiamo e abbiamo bisogno di nuovi vocaboli che narrino in modo puntuale e intelligente la nostra personalissima avventura, da questi infatti dipendono le nuove sequenze del nostro racconto. Per metterci in linea con i nostri desideri, dovremmo quindi cambiare innanzitutto il nostro linguaggio interiore, affinché cambi anche il modo in cui definiamo quello che ci capita e il modo in cui stiamo.
Il primo impatto con nuove definizioni e concetti può provocare in noi un fastidio, una “dissonanza cognitiva”, una stonatura che ci urta quanto basta per frenarci oppure per regalarci una nuova prospettiva.
Paolo Borzacchiello nel suo libro Forse sei già felice e non lo sai spiega chiaramente quanto sia importante scegliere attentamente le nostre parole, perché, da come ci leggiamo, dipenderà la nostra felicità. Incredibile quanto sia semplice questa ricetta e al contempo quanto possa essere intimamente rivoluzionaria.
L’autore ha compreso qualcosa che può essere pragmaticamente utile per tutti e sente l’urgenza di portare il suo fuoco, un dono verbale e fattuale.
Sostiene il nostro: “Se avete un’idea sbagliata di cosa sia la felicità, rischiate di averla sotto gli occhi e di non riconoscerla, perché siete convinti sia altro”. Diventa dunque necessario possedere gli strumenti giusti per osservare la realtà e ridimensionare alcune formule fisse che ci incatenano e ci illudono. In primo luogo, il famoso “volere è potere” che talvolta può gettarci nella frustrazione più profonda: non sempre basta volere fortemente qualcosa perché accada; in secondo luogo, comprendere che non è possibile avere una vita in cui non succedono mai cose orribili, come sostengono i coach del pensiero positivo, perché a volte “la merda capita”.
È proprio a partire da questa analisi sincera, in cui anche ciò che è negativo viene preso in considerazione, che si possono muovere i primi passi per migliorarsi, per cambiare le cose, vivere una vita all’altezza dei nostri desideri e osare. Accettare serenamente le proprie debolezze, trasformarle in punti di forza e coccolare tutte quelle che non riusciamo a risolvere sono scelte che ci permetteranno di accostarci alla conoscenza senza il timore di esserne destabilizzati.
La conoscenza è infatti l’unico antidoto per districarci nella selva di questi tempi orwelliani.
“Più parole avete, più liberi siete. Per capire meglio, per esprimervi meglio. La conoscenza di come funzionano davvero le parole vi consente, infatti, di leggere fra le righe di chi vi parla, di comprendere il significato profondo dei termini che vengono utilizzati e, soprattutto, di liberarvi dai falsi bivi spesso imposti per distrarvi dalla vera scelta che potreste compiere. […] La conoscenza, è vero, costa fatica. Sia per il tempo che occorre dedicarle sia per le conseguenze che occorre sopportare. Ma ne vale la pena. L’ignoranza vi rende schiavi di voi stessi e di chi fa leva su di voi per profitto personale. La conoscenza, invece, rende liberi”.
Eppure, nemmeno la conoscenza da sola può trovare la meta, è necessario fermarsi e chiedersi: che cosa voglio davvero? E lasciare che il cuore risponda, il cuore che deve palpitare, al pari di “respirare”. “Anzi, forse persino di più, perché se respiri senza palpitare allora semplicemente esisti anziché vivere, e vivere è tutta un’altra faccenda”. Perché si metta in moto, tuttavia, bisogna agire senza aspettare di essere pronti per qualcosa, ma iniziando e basta, scoprendo poi, stupiti, il proprio coraggio, che si gioca già nell’apprezzamento di ogni singolo momento della vita quotidiana, di ogni istante. “Con il cuore e uno spirito indomito, che sempre e comunque veleggia altrove, perché i mondi da scoprire non finiscono mai”.
Fiorenza Cirillo, 23 aprile 2023