Appare tuttavia ben congeniato rispetto all’obiettivo di creare una abitudine all’utilizzo di bancomat e carte di credito per le spese di tutti i giorni e un conseguente effetto di fastidio, da parte del consumatore, nei confronti di quelle situazioni in cui tale utilizzo viene a vario titolo scoraggiato da parte degli esercenti (per i quali resta comunque aperto il legittimo fronte di preoccupazione legato agli aspetti commissionali su bancomat e carte di credito).
Da questo punto di vista, anche i 300 milioni di euro, che corrispondono ai 3.000 euro spettanti ai 100 mila contribuenti più assidui nell’utilizzare questi strumenti di pagamento, paiono francamente meglio “investiti” da parte dello Stato di tante somme disperse in mille rivoli e bonus di variegata natura che hanno contraddistinto gli ultimi concitati mesi dell’era Covid. Per un giudizio definitivo e una valutazione complessiva sulla semplicità dei meccanismi, non resta che attendere l’emanazione del decreto attuativo.
Enrico Zanetti, 26 settembre 2020