Ormai abbiamo superato la soglia del reale. Abituati a fare il cattivo e il bel tempo, gli “antifascisti fascisti” dell’Anpi e della sinistra che hanno occupato l’immaginario della Repubblica proprio non sopportano che un Presidente del Consiglio e un governo in carica non siano espressione della loro parte politica. E che anzi, a ben vedere, al contrario di loro, siano autentici democratici, cioè contro ogni totalitarismo e non solo quello nazifascista.
Proprio per questa congenita, ed essa sì “fascista”, intolleranza stanno a misurare ogni parola della leader e dei suoi alleati. E vorrebbero che essa di colpo si facesse presidente non di tutti gli italiani ma di una parte di loro, confondendo il suo ruolo istituzionale con l’ideologia di una parte politica.
Per approfondire:
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Surreale è che le si imputi di aver ricordato ieri alle Fosse Ardeatine che i 335 innocenti trucidati dai nazisti lo furono in quanto italiani e non in quanto antifascisti, quasi che la guerra non fosse una guerra fra Stati (e quasi come se gli antifascisti non fossero italiani, come ha ricordato in una replica stizzita la stesa Meloni). La Meloni ha detto: “La memoria non sia mai un puro esercizio di stile ma un dovere civico da esercitare ogni giorno”. Cosa doveva dire di più?. Ha anche detto: spetta a tutti noi ricordare quei martiri e raccontare in particolare alle giovani generazioni cosa è successo in quel terribile 24 marzo 1944.
Il fatto è che oggi la storia di quell’attentato non la si può raccontare tutta intera, da storici imparziali, perché la memoria è stata sequestrata. Non siamo più ai tempi in cui, negli anni Settanta, un Marco Pannella poteva permettersi di parlare liberamente di quell’attentato di via Rasella che scatenò la barbara e annunciata reazione tedesca. Gli innocenti morti alle Fosse Ardeatine lo meriterebbero. E lo meriterebbe la nostra democrazia, antifascista ma anche contro ogni tipo di totalitarismo, anche quello che sognavano non pochi gappisti. .
Corrado Ocone, 24 marzo 2023