Io voglio bene a Nicola Porro, a questo sito, a chi ci lavora ma loro a me non so: prima mi fanno seguire papa Saviano a Sanremo poi, 72 ore dopo, neanche il tempo di disintossicarmi, mi danno da coprire papa Bergoglio da Fazio. Con l’altro papa, quello da scorta e attico a Central Park incorporato, per giunta. Uno non si riprende più, gli viene il disturbo da stress post traumatico. Insomma ricordatemi da vivo.
Certo però Che tempo che fa è proprio stoppaccioso, secoli che non lo vedevo e mi pare peggiorato: i soliti pipponi sulle “destre”, plurale schifiltatis, impresentabili, su quel maiale di Berlusconi, senza dirlo ma lasciandolo capire, ah, cosa credete, siamo sempre in prima linea noi, sempre gli stessi ragazzi del ’94, sì ma che due coglioni però, tutti che si pigliano così sul serio, Serra con occhiaie consapevoli, Giannini con la faccia di uno che sta affossando la corazzata dell’informazione “la Stampa”, la Sarzanini più governativa del governo, Saviano che ormai pare la luna, lo stesso Fazio che ormai pare una pizza. Saranno gli ego espansi.
Hanno, noto, mollato tutti Draghi, il messia, papa Saviano per primo, e si focalizzano sul Nonno della Provvidenza, il resiliente Sergio, lui, unico baluardo contro “le mafie”, e figuriamoci, e ti pareva. Ma stanno scaldando l’ambiente per la guest star, piddinacci che altri non sono. Eccolo il Bergoglio, il papa più amato dagli atei e da quelli che, negli anni di piombo, scrivevano sui muri “il papa ci piace di più a testa in giù”. Oggi gli piace il Francesco nella dépendance televisiva del Nazareno e lui, del resto, ci si trova benissimo, anche perché Faccia da pizza la fa lunga con l’agiografia mistico-lecchina, mi trema la voce, aiutatemi voi.
Bergoglio fa la sua omelia in collegamento, seduto su seggiolone totale, in un salone nudo, alla megadirettore totale di Fantozzi, ma che da solo accoglierebbe tutti i migranti di Lampedusa; e infatti di questi si parla. Fazio, tre milioni a stagione, e manco gli bastano, lancia la palla dei bambini che muoiono di fame, di freddo, e ci vuole proprio un cinismo piddino, dai, su, e Bergoglio la batte al volo e parte di repertorio: le guerre, le armi, le ingiustizie, “non voglio fare il tragico ma è la verità”. Ex cathedra, insomma.
La sua verità: “Tutto è guerra”, la guerra, l’economia, il potere, le solite sante banalità bergogliane e Fazio, che non è uomo di lettere, s’impretisce ancor più e, la voce ormai un rantolo incrinato, balbetta che la guerra è contro natura”, così, fottendo due o tremila anni di filosofia, e l’altro, subito, certo, è contro la Creazione, è distruzione, la guerra è distruzione, ma chi l’avrebbe mai detto, e che fai, gli dai torto? La guerra è distruzione e il pubblico in sala applaude, un applauso un po’ clericale, da sagrestia, ci sono molti applausi ma educati, esageruma nèn, non come per Mattarella che ritorna, al massimo qualche strilletto da stadio quando canta un cantante Piddì. A proposito: quanti ne accoglie Fazio? Quanti il “papa di luce”, come lo definisce don Pizza?
La liturgia è ferrea, non consente spiragli di anomalia, i migranti Lesbo, i poveri restiamo umani, la guerra è male, la pace è bene, il capitale fa schifo, coi migranti siamo criminali, nessuna problematizzazione, tutto tagliato con l’accetta, tutto manicheo, va bene semplificare ma qui siamo alla scimitarra, neanche il rasoio, la scimitarra di Occam, boia chi respinge, chi non accoglie, certo ogni Paese ha “una capienza limitata”, come i cinema, “ma è un problema de politica estera e poi c’è l’Unione Europea”, e qui scatta irrefrenabile il “me’ cojoni”. Cioè non si possono accogliere tutti ma se non accogli tutti sei uno stragista anche perché il migrante è risorsa e va accolto e va integrato. Che ci vuole?
È l’agenda Pd, terra terra, già che c’è B, che non è Berlusconi ma Bergoglio, ci mette il calo delle nascite che solo i migranti possono risolvere, poi se da italiani di seconda o terza generazione si scatenano un po’ a Capodanno, questo non fa testo. Basta la parola, integrazione, assimilazione. “Queste navi”, le chiama navi, “che girano girano e nessuno le accoglie” e qui anche il papa mente perché le accoglie tutte l’Italia e non tutte pulitissime, vero Carola? E tuona, stamattina ha tuonato all’Angelus contro la tratta umana, ma allora perché sostiene le Ong anche quelle dell’ex disobbediente Casarini che poi festeggia a champagne “perché ho tappato i debiti”?
Sì, è davvero irritante, davvero insopportabile tanta superficialità e, se è lecito ripeterlo, tanto cinismo, B riduce tutto a Bignami, la politica, l’umanità, lo stesso Vangelo. Neanche il catechismo è così elementare. B è certamente in buona fede, si sente che, a differenza di Fazio, crede sul serio in quello che dice, magari non approfondisce troppo ma ci crede, lo feriscono davvero i poveri, i diseredati, i dimenticati, però non si può banalizzare così il Messaggio, neanche per le animelle che seguono Che tempo che fa.
E non si può neanche, di grazia, cialtroneggiare come fa Fazio, “siamo stati fortunati a vivere in un Paese benestante”, talmente benestante che ogni due o tre giorni qualcuno si dà fuoco, ma qui non si parla di greenpass, di regime, mica si fa politica qui, si vola alto, si parla di perdono che spetta a chiunque ma bisogna chiederlo e questa, almeno, è una gran verità. L’unica forse da salvare in questa mezz’oretta che domani, oggi verrà celebrata dal mainstream di regime con accenti miracolistici, scrivo a caldo ma vedrete che quando questo pezzullo sarà uscito, ovunque tutto uno scoppiettare di stupor estatico, parole di luce, di saggezza, emozioni, come Mahmood a Sanremo. Noioso? Sì. Fariseo? Certo, don Pizza flauta sulla cattiveria umana, la malvagità di chi non tocca, non abbraccia, ma si è detto preoccupato per i suoi figli se a scuola stanno vicini ai non vaccinati.
Ma questa comparsata aveva altri scopi e va collocata nel contesto di una campagna elettorale già partita e come sempre anticipata dalla sinistra che a quegli altri, ammesso che ne resti qualcuno, dà ancora le piste. B non si è scomodato per dire le cose che dice tutti i giorni, ma per fornire precise indicazioni: l’agenda è questa, migranti, Carola, disarmo, Amazzonia, transizione ecologica, riscaldamento globale, Greta, colpevolizzazione ora sinuosa ora rabbiosa, stasera non si parla di gender ma avete capito. Sapete chi l’agenda la tiene e chi la rinnega, anche se ormai sull’agenda globalista son tutti d’accordo.
Comunque diffidate delle imitazioni e scegliete giusto, perché è vero che ciascuno ha diritto al perdono ma se ieri nel segreto dell’urna Dio ti vede e Stalin no, oggi ti vede perfino Letta, quanto a dire il nulla, figuriamoci se non ti vede B. E allora l’assoluzione, capace che non te la dà. Don Focaccia è stremato, fortuna che c’è Burioni, un altro che si crede il pontefice dei virologi e qui scatta, inesorabile, il pernacchio.
Max Del Papa, 7 febbraio 2022