Oggi sono tutti contenti per l’aborto che diventa un diritto costituzionale in Francia. Posso dirvi questa cosa: è solamente retorica. Io sono a favore dell’aborto, ve lo dico subito, non scherziamo sulle cose serie, ma oggi finalmente ho capito perché sono al Giornale e perché io e Vittorio Macioce abbiamo fatto gli stessi percorsi culturali, che sono quelli dei liberali, da Antiseri ad Antonio Martino, tra l’altro scomparso esattamente due anni fa.
Sull’aborto e su questa pagliacciata che hanno fatto in Francia, ovvero nel posto più sbagliato del mondo dove il diritto diventa divino, Macioce fa notare che per qualunque liberale l’aborto è un diritto, però francamente non è un diritto assoluto. “È un diritto universale, inviolabile e inalienabile?”, si chiede retoricamente Vittorio Macioce. Il diritto all’aborto è sullo stesso livello del diritto alla vita? No, è un diritto che sta su un gradino un pochino diverso.
Che questa sia una pagliacciata è dimostrato in maniera plateale dalle prime righe di quello che scrive il giovane burattino nelle mani di Macron. Sì perché questo Attal, neo premier francese, è veramente imbarazzante. Oggi dice: “Quando i diritti delle donne sono attaccati nel mondo, la Francia si mobilita e si pone all’avanguardia del progresso”. Insomma, una gigantesca pernacchia. Questo è quello con cui voi zuppisti non vorreste andare a cena insieme manco sotto tortura. Un trentenne che riesce a dire una roba di questo tipo, è talmente gonfio delle proprie scemenze da lasciarmi veramente senza parole.
Nicola Porro, dalla Zuppa di Porro del 5 marzo 2024