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Ballottaggi Francia, scaduto il termine. Ecco quante “desistenze” anti-Le Pen

Le Pen accusa: “In corso un colpo di stato amministrativo”. Le urne aperte il 7 luglio. Il fronte anti-Bardella riuscirà a reggere?

Emmanuel Macron © Sir 13 e Ronny Sefria tramite Canva.com

Nell’attuale panorama politico francese, martoriato da una serie di eventi elettorali che hanno messo in evidenza un clima di profonda polarizzazione, si assiste a manovre politiche di notevole rilievo in vista del secondo turno delle elezioni legislative. In questo contesto, la figura di Marine Le Pen e del suo Rassemblement National (RN) emerge prepotentemente, catalizzando l’attenzione in vista delle mosse tattiche degli avversari macroniani e del Fronte Popolare.

In vista del ballottaggio, un numero significativo di candidati ha deciso di fare un passo indietro. Le informazioni raccolte da Le Monde indicano che 218 aspiranti deputati, hanno optato per il ritiro. Di questi, 130 candidati provengono dal Nuovo Fronte Popolare, 82 dal blocco centrista vicino a Macron e due dai Repubblicani. Cosa significa? Che nel caso degli 82 collegi da cui si sono ritirati i macroniani, bisognerà capire se effettivamente gli elettori moderati seguiranno poi l’indicazione di turarsi il naso e votare per il Fronte Popolare, considerato dai centristi un insieme di radicali al pari della destra. Molto, ovviamente, dipenderà anche dal singolo candidato nel singolo collegio. Più facile, ma non scontato, che la “desistenza” da parte dei candidati della sinistra favorisca il blocco centrista bloccando l’elezione dei deputati lepenisti. Restano infine circa 95 le circoscrizioni dove la corsa per un seggio in Parlamento si svolgerà tra tre o quattro candidati nel secondo turno.

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Marine Le Pen ha lanciato un’accusa grave contro l’attuale governo, parlando di un possibile “colpo di stato amministrativo” orchestrato da Macron mediante nomine strategiche alle vigilia del ballottaggio, tra cui quella del direttore generale della polizia nazionale e del direttore della gendarmeria nazionale. Intervistata da France Inter, Le Pen ha espresso la sua preoccupazione riguardo tali mosse, interpretate come tentativi di ostacolare l’eventuale futuro governo guidato da Jordan Bardella, figura di rilievo del RN.

Nonostante il clima acceso, Le Pen ha chiarito la sua posizione per il futuro prossimo. Ha annunciato che non parteciperà a un possibile governo Bardella e non si candiderà alla presidenza dell’Assemblea nazionale, preferendo servire il suo movimento dal ruolo di capogruppo dei deputati di RN. Questa mossa è parte di una strategia più ampia di “delepenizzazione” del voto, volta a smorzare le resistenze e a raccogliere consensi più ampi.

La leader estrema destra ha anche aperto a future collaborazioni internazionali, lasciando intendere la possibilità di unirsi al nuovo gruppo europeo guidato da Viktor Orban, dipendentemente dagli esiti del ballottaggio. Le Pen mira così a rafforzare la sua influenza sia a livello nazionale sia sullo scenario europeo, delineando una strategia di medio-lungo periodo per il suo movimento.