“Freddo record a Milano”. E dove sono i talebani del cambiamento climatico?

Tra un allarme urlato e l’altro c’è chi scopre l’acqua calda: con la bella stagione fa caldo, con quella brutta fa freddo

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Freddo record a Milano

Greta Thunberg finalmente non è più di moda e ha cambiato settore – ora è una pro-Pal convinta – ma il dibattito sul cambiamento climatico non è mai stato riposto in soffitta. Con una certa regolarità arrivano questo e quel solone  a spiegarci come sia tutta colpa dell’uomo – sicuramente bianco e eterosessuale – e come sia sempre record di caldo. In realtà non è sempre così, ma poco importa. Sicuramente desta più di un sorriso l’articolo apparso sul Corriere della Sera in cui si parla del clima a Milano. Ma attenzione, non si tratta del solito allarme del terrorista di turno: sì, perché “sono 30 anni che non faceva così tanto freddo a inizio autunno”.

Ma come: un giorno sì e l’altro pure i professoroni parlano di siccità e altre sventure di questo genere e ora spunta l’autunno da primi anni Novanta? Quando il cambiamento climatico non esisteva. Almeno secondo i già citati professoroni. Nell’articolo viene evidenziato che il calo di temperature è in atto da settimane e quindi non si parlerà nemmeno di “settembre più caldo di sempre”, come invece avvenuto a maggio e in alcuni casi anche a luglio e settembre. Ma ehi, guai a dimenticare il cambiamento climatico e i suoi sinonimi. “Questo sarebbe poi il ‘clima vero’”, la sottolineatura di Mattia Gussoni de ilmeteo.it sul calo delle temperature: “Ma il riscaldamento globale ci ha abituati ad altro nell’ultimo decennio”.

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Insomma, oggi nessun allarme. Ma questo comunque non vuol dire niente: è un caso. La teoria sul cambiamento climatico regge. Non sarà mica un “incidente di percorso” a mettere in discussione la narrazione contro l’uomo bianco occidentale brutto e cattivo. E non sarà nemmeno il buonsenso, che ci ricorda come caldo e freddo eccessivo – esattamente come terremoti, maremoti e inondazioni – siano sempre esistiti in ogni parte del globo e da milioni e milioni di secoli.

Ma il ritornello lo conosciamo tutti: se fa caldo è colpa del cambiamento climatico, stesso discorso se fa freddo, se piove, se grandina, se c’è un venticello e così via. L’importante è lamentarsi sempre e avere una vittima da sacrificare. Il climate change del resto spunta fuori a ogni cambio di stagione: se arriva l’estate arriva anche il caldo, ma nell’epoca woke non va bene. Se arriva l’inverno e arriva il gelo idem. Anziché parlare di mutevolezza e ciclicità della natura, oggi si deve chiedere conto all’uomo.

Chi prende per buone le panzane sul cambiamento climatico non sopporta l’idea di una natura tanto imprevedibile quanto ingovernabile. Non sapendo offrire risposte, alcuni scienziati cercano la via più semplice: incolpare l’uomo e sparare profezie tutt’altro che affidabili. Il clima muta da sempre e soprattutto a prescindere dall’azione dell’uomo, ma l’ambientalismo è diventato una religione e i credenti-integralisti non hanno alcuna intenzione di mettere in discussione il credo. E quindi se a Milano non faceva così freddo a inizio autunno dall’inizio degli anni Novanta è semplicemente un caso: vedrete che alla prossima giornata di sole troveremo sui social e sui giornali rossi un grande numero di scienziati a blaterare di surriscaldamento globale e simili. Che amarezza.

Franco Lodige, 7 ottobre 2024

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