Politica

Fuggi fuggi da Renzi e Calenda: il fallimento è servito

Volevano i voti di Forza Italia, ma sono finiti fagocitati. Del Terzo Polo non resta più niente. E i leader sono sbiaditi

© khoroshkov tramite Canva.com

Appena un anno fa in molti avevano improvvidamente ipotizzato che Forza Italia non avrebbe resistito a lungo alla scomparsa di Silvio Berlusconi. Senza il suo padre fondatore e leader carismatico, il partito era ormai dato per morto. Spacciato. Un’esperienza politica ormai giunta al capolinea, e, come tale, da consegnare definitivamente alla storia. E invece no. Nonostante dodici mesi or sono in pochi avrebbero scommesso anche un solo euro sulla sopravvivenza della creatura del Cavaliere, oggi Forza Italia sembra letteralmente scoppiare di salute. Al contrario di coloro che per settimane, dopo la dipartita di Berlusconi, sono stati affannosamente impegnati nel recitarne il de profundis, i quali, adesso, rischiano essi stessi di scomparire.

Lo sanno bene gli ex terzopolisti Renzi e Calenda, che avevano convintamente sperato di poter raccogliere il testimone e il bacino elettorale di Silvio Berlusconi per costruire sulle macerie di Forza Italia la nuova casa dei moderati, salvo poi ritrovarsi ben presto cannibalizzati proprio dall’inarrestabile riscossa dei forzisti.

Dopo l’adesione di Renzi e Calenda al progetto campolarghista, non passa giorno, infatti, senza che Italia viva o Azione perdano uomini che, puntualmente, finiscono poi per ingrossare le file di Forza Italia, o comunque dei partiti di maggioranza. L’ultimo in ordine temporale è stato Enrico Costa, che ha recentemente lasciato il partito di Carlo Calenda per fare ritorno in Forza Italia e poter così proseguire le sue battaglie garantiste.

Dovrebbero seguirlo a stretto giro anche le ex forziste Carfagna, Gelmini e Versace, le quali sarebbero pronte a mollare definitivamente Calenda per transitare armi e bagagli alla corte di Maurizio Lupi, grazie anche alla sapiente regia di Gianni Letta. Un’operazione, questa, considerata ormai in dirittura d’arrivo, che andrebbe a rafforzare ulteriormente la maggioranza, segnando di fatto la definitiva implosione di Azione. A quel punto, potrebbero aprirsi le porte di Forza Italia anche per il vicesegretario di Azione Ettore Rosato, che con qualche mese di ritardo potrebbe finalmente approdare tra i forzisti, dopo il tentativo fallito degli scorsi mesi. E non è affatto escluso che anche Elena Bonetti possa presto intraprendere il medesimo percorso e giungere insieme a Rosato alla corte di Antonio Tajani.

Se Calenda piange, Renzi di certo non ride. Anzi. Il leader di Italia viva ha appena perso Luigi Marattin e altri quattro dirigenti, tutti fuoriusciti in quanto in aperto dissenso con la decisione di Renzi di aderire al campo largo. E chissà che anche lo stesso Marattin, che almeno per il momento dovrebbe transitare nel Gruppo Misto, alla fine non possa finire con l’aprire un dialogo con Tajani e sposare la causa forzista.

Insomma, dopo il misero fallimento del progetto terzopolista e la rovinosa debacle delle Europee, i centristi facenti capo al duo Renzi-Calenda si accingono mestamente a sparire della scena politica e ad essere risucchiati dal richiamo radical-giustazialista del nascituro campo largo. Mentre Forza Italia, dal canto suo, si prepara ad occupare tutto lo spazio politico (non poco) esistente tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein. E, nel frattempo, prosegue spedita il suo dirompente percorso di crescita che, nelle intenzioni di Antonio Tajani, dovrebbe condurla a un obiettivo ben definito e ormai non più utopico: il 20% alle prossime elezioni Politiche.

Salvatore Di Bartolo, 17 settembre 2024

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