E se poi fosse la solita tempesta in un bicchier d’acqua? In fondo non è la prima volta, e forse non sarà l’ultima, che polemiche politiche e giornalistiche montano un po’ dal nulla quando non c’è ancora molto di concreto. Scoppio anticipato. Succede. Come sembra sia successo nel caso della presunta decisione da parte del ministero della Sanità di vietare il fumo (sigarette ed e-cig) in tutte le aree all’aperto, compresi tavolini dei bar, parchi con bambini e fermate dell’autobus.
La notizia era stata rilanciata dal quotidiano La Stampa che parlava di una imminente direttiva da parte del ministero guidato da Orazio Schillaci. Se ne è discusso molto, e lo abbiamo fatto anche noi esprimendo tutto il possibile disappunto, tuttavia il titolare del dicastero della Salute oggi assicura di non aver dato il via libera a nulla di simile. “È una bozza che non ho nemmeno visionato – ha detto Schillaci a margine di un evento a Roma sulla prevenzione – È un percorso che stiamo facendo con grande attenzione ma ovviamente senza andare a toccare le libertà individuali”.
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Una conferma arriva anche da Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute e uomo di fiducia di Giorgia Meloni. Al momento, “queste nuove norme di fatto non ci sono, almeno io non ne ho discusso con il ministro: si parla di una bozza prodotta non sotto impulso del ministro, ma da parte di uffici della nostra struttura“. In sostanza, alcuni funzionari del ministero avrebbero ipotizzato questa stretta senza però condividerla “con l’agenda politica”, tuttavia non si sa bene come la bozza è finita sui giornali. Producendo una comprensibile reazione a catena. “Di certo la preoccupazione sui danni provocati dal fumo sono condivisibili”, aggiunge Gemmato, ma è prematuro parlare di norme. Quindi magari una stretta ci sarà, magari siamo solo ad una fase di “gestazione”, di sicuro se ne discuterà, però siamo ancora al punto zero. C’è ancora tempo per capire se e dove sarà ancora possibile fumarsi una sigaretta (vecchio stampo o elettronica) all’aperto.