Politica

Fuori Giambruno, a cosa si aggrapperà ora la sinistra?

Archiviati (forse) fascismo e spread, viene meno anche Giambruno: la sinistra perde uno degli ultimi “obiettivi” per colpire il premier

Dopo la rottura con Giorgia Meloni, per Andrea Giambruno è arrivato l’addio alla conduzione del programma “Diario del giorno”. Finito nella bufera dopo i fuori onda diffusi da Striscia la Notizia la settimana scorsa, il giornalista s’è detto dispiaciuto per l’imbarazzo ed il disagio creato con il suo comportamento e ha concordato con Mediaset di dedicarsi solamente al coordinamento redazionale. Una brutta botta per il cronista ma non solo. Tutta questa faccenda potrebbe risultare esiziale per la sinistra: Partito Democratico & Co. a cosa si aggrapperanno per provare a denigrare il premier e il suo governo?

Priva di argomenti e di leader autorevoli, la sinistra negli ultimi anni si è affidata solamente a qualche sparata d’autore. Ricordiamo l’allarme fascismo sventolato per tutta la durata della campagna elettorale delle politiche: Il Pd e i suoi alleati in campo per denunciare l’arrivo delle camicie nere con l’unico obiettivo di gettare fango su un centrodestra destinato al trionfo. Archiviato – forse – lo spauracchio mussoliniano, la sinistra ha provato a riciclare lo spread, i mercati e compagnia cantante. Anche in questo caso un buco nell’acqua. Ed ecco Giambruno, il compagno (ora ex) del premier Meloni e anchorman di Rete 4.

Già prima dei fuori onda, infatti, il Pd ha “usato” Giambruno per colpire Meloni e il suo governo. Basti pensare alla bufera per alcune sue considerazioni sul recente stupro di Palermo. Pd e M5S brulicanti sui social network per chiedere l’intervento di Palazzo Chigi. Polemiche tanto surreali quanto strumentali. O ancora le diatribe legate al suo presunto negazionismo sul cambiamento polemiche e le sue accuse al ministro della Sanità tedesco Lauterbach in vacanza in Italia. I fuori onda di Striscia hanno offerto l’ennesima occasione alle truppe di Schlein e Conte di provare a delegittimare Meloni. Ma anche in questo caso non ci sarà alcun effetto sul governo, con buona pace dei compagnucci.

Alla ricerca di qualche like, se possibile di qualche condivisione, il dem Marco Furfaro ha gridato subito al sessismo. “Non è professionale, è maschilismo e sessismo allo stato puro, è uno schifo incommentabile. E parliamo di uno che ha avuto il coraggio di fare la morale alle donne sui “lupi”. Ma che vergogna”, il suo j’accuse su Twitter. Uno dei tanti, troppi esempi. E lasciamo stare le incredibili discussioni giallorosse sulla separazione, tra la patetica lezione arcobaleno di Zan e l’uscita tutt’altro che indimenticabile di Riccardo Magi. Si commentano da soli, come sempre.

Massimo Balsamo, 25 ottobre 2023