Politica

Galli da combattimento: scontro epico con Burioni

Le tesi discordanti di Burioni, Ricciardi e Galli sulla ricerca degli anticorpi in vista della terza dose

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A conferma che la medicina non è affatto una scienza esatta, registriamo un duro confronto indiretto tra Roberto Burioni e Massimo Galli, due dei principali componenti dell’Aeropago sanitario del terrore. Il tema del contendere è legato alla ricerca degli anticorpi, onde evitare o comunque posticipare la terza dose del vaccino contro il Covid-19.

Tutto comincia il 7 novembre scorso, durante la consueta lezioncina che Burioni impartisce al pubblico di Che tempo che fa, condotto su Rai3 Fabio Fazio. In questo frangente il virologo pesarese ha spiegato un concetto che personalmente conosco da quando portavo i calzoni corti: i vaccini non combattono direttamente il virus, bensì essi rappresentano “una stimolazione artificiale del sistema immunitario dei pazienti contro un virus.” E fin qui siamo assolutamente nel campo della scoperta dell’acqua calda. Tuttavia ciò che esprime Burioni verso la fine del suo intervento sembra contraddire in pieno il suo assunto iniziale.

Dice infatti il virologo: “Non serve a niente misurare gli anticorpi prima della terza dose, perché il livello di anticorpi contro il virus che causano il Covid presenti nel sangue non è correlato alla protezione. Ce ne possono essere molti e si può prendere la malattia e viceversa. Quindi misurare gli anticorpi e poi decidere di posticipare o non fare la terza dose e una pessima idea”. Ergo, il vaccino serve ad allertare le nostre difese ma se queste lo sono già, come dimostrerebbe un dosaggio degli anticorpi, occorre comunque farsi iniettare il siero. Tant’è che su questa linea, che a noi profani parrebbe piuttosto confusa, si è immediatamente schierato anche Walter Ricciardi, il consigliere sanitario del ministro della Salute e della catastrofe imminente, Roberto Speranza.

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