Galli pasticcia coi numeri: “Vi dico qual è il virus più letale…”

Il televirologo continua a dispensare corpose dosi di terrorismo sanitario senza alcun fondamento

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Nell’ultima puntata di “Piazza Pulita”, in onda su La7, il conduttore Corrado Formigli ha ospitato l’onnipresente Massimo Galli, accogliendolo con la stessa deferenza che viene riservata a chi ha appena ricevuto il premio Nobel per la medicina. In una lunga intervista di quasi mezz’ora, i telespettatori sintonizzati col programma hanno potuto “godere” di una corposa dose di terrorismo sanitario, così da continuare a mantenere alta la guardia contro un virus, il Sars-Cov-2, che è stato descritto dall’ex primario del reparto malattie infettive del Sacco di Milano ben più pericoloso dell’Ebola e di quello influenzale che nel lontano 1918 provocò la catastrofica Spagnola.

Grazie anche la compiacenza del conduttore, che ha spesso sconfinato nella mera piaggeria, Galli ha dimostrato una invidiabile abilità dialettica, portando gli ascoltatori a trarre una simile conclusione, senza tuttavia esprimerla esplicitamente. In particolare, quando Formigli gli chiede quale sia il virus più feroce che egli abbia mai incontrato, così risponde Galli: “Guardi, Sarebbe facile dire Ebola, ma Ebola è molto meno mortale di quanto si creda, pur essendo mortale. Ebola – ha aggiunto – è un virus che riesce a dare una quantità di infezioni asintomatiche. E chi lo crederebbe? Eppure è così.” Ha poi aggiunto che la letalità della malattia determinata dall’Ebola nelle persone che sono state curate in Europa e in America è stata molto bassa, rispetto a ciò che è avvenuto in Africa. Ciò anche in soggetti gravi e non giovanissimi.

A questo punto, per esclusione, il conduttore gli domanda: “E invece che altro virus le viene in mente?” “Ma guardi – risponde Galli partendo da molto lontano – un virus che può diventare terribile, in linea di prospettiva, è il virus dell’influenza; perché esso è stato capace di dare una malattia come quella data dall’H1N1 Spagnola del 1918.” A questo, con un salto di un secolo, il nostro eroe crea un collegamento logico, a mio avviso piuttosto spurio, con l’attuale Coronavirus.

Dice infatti Galli: “È quello – riferendosi un agente simil influenzale – che io mi aspettavo come virus pandemico pericoloso nel prossimo futuro, ed è arrivato l’emulo della Sars, il Sars/2 che, oltre ad essere un emulo, ha però questa capacità diffusiva che si è rivelata immediatamente molto maggiore rispetto a quella del virus del 2003. Quello ad un certo punto è scomparso. Questo no. Questo si è trovato un “parco giochi” enorme in una umanità diventata di 8 miliardi di persone. Attenzione – ha voluto ricordare: la Spagnola che ha fatto quel che ha fatto, provocando dai 20 ai 100 milioni di morti, sebbene ciò non sia mai stato accertato, e lo ha fatto in un mondo in cui la gente vivente era poco più di un miliardo.”

Ora, ciò che colpisce in una tale guazzabuglio di numeri e riferimenti stiracchiati ben oltre il punto di rottura, è la totale passività di un affermato professionista come Corrado Formigli, il quale non ha mosso un capello di fronte alla sequela di balle spaziali espresse dal suo ospite a mitraglia. D’altro canto, per chi opera in prima linea nel mondo dell’informazione è piuttosto grave non sapere, o fingere di non sapere che il tasso di letalità apparente dell’Ebola è almeno 100 volte (questo in Occidente, mentre in Africa è decisamente superiore) più elevato rispetto a quello attribuito al Sars-Cov-2.

Inoltre, come “piccolo” dettaglio aggiuntivo, occorre sottolineare che, mentre l’attuale Coronavirus attacca duramente quasi esclusivamente i soggetti molto anziani e molto fragili (lo dimostra l’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità, in cui si evince che l’eccesso di mortalità registrato nel biennio 2020/21 è in gran parte concentrata tra gli over 80), l’Ebola uccide in modo indiscriminato persone di tutte le età, a prescindere dalle relative condizioni di salute. Infine, per il Sars-Cov-2 abbiamo i vaccini, mentre per l’Ebola dobbiamo solo affidarci a buone cure e ad una buona dose di fortuna.

Per quanto riguarda invece la famigerata influenza spagnola, dato che essa si sviluppò in un mondo devastato da una lunga guerra, in condizioni esistenziali che noi oggi neppure immaginiamo, il paragone con la nostra epoca risulta impossibile. Oltre al fatto, e qui ancora una volta Galli dimostra la sua idiosincrasia con i numeri, che nel 2018 gli abitanti della terra non erano poco più di un miliardo, come egli ha affermato, ma avrebbero raggiunto da lì a qualche anno i due miliardi.

In estrema sintesi, secondo l’astruso ragionamento esposto da Galli, il quale ha più volte ribadito che il Coronavirus non se ne è andato e non se ne andrà, “tornando più forte che pria in autunno”, la sua pericolosità consiste essenzialmente nell’essere estremamente contagioso, sebbene la stragrande maggioranza di chi lo ha incontrato, anche prima dei vaccini, non lo ha quasi avvertito. Ma per il virologo star in pensione gli asintomatici con il Coronavirus quasi non esistono, così come affermò stizzito in un epico scontro televisivo con Nicola Porro; mentre sono tanti, assai più di quelli stimati, i portatori sani del micidiale virus dell’Ebola. Se qualcuno riesce a trovare un riferimento logico nelle affermazioni di Galli, batta un colpo.

Claudio Romiti, 19 aprile 2022

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