Esteri

Gas, chi guadagna davvero alle nostre spalle

Esteri

Goldman Sachs calcola che, in base ai prezzi di gas ed elettricità che si vedono sui mercati all’ingrosso (misurato in MWh), il costo per le aziende esplode da 42 a 223 euro MWh e per le famiglie da 81 a 276 euro.

A quanti miliardi di euro corrisponderà in un anno? Sempre Goldman Sachs stima che il costo totale in Europa dell’aumento dell’energia (escludendo il petrolio) sarà intorno a 1,900 miliardi di euro. 1,900 miliardi di euro che vengono pagati in più da famiglie e imprese europee.

Nel caso dell’Italia, essendo il paese che importa più energia (oltre il 75%) e che utilizza più gas per produrre elettricità (quasi il 55% contro una media europea molto più bassa, sotto il 40%) il costo sarà di oltre i 200 miliardi di euro.

Di solito in economia, se qualcuno paga di più, c’è qualcun altro che incassa di più. Ma nel caso di gas ed energia non si capisce dove vadano a finire queste enormi cifre. 200 miliardi di euro sono il 12% circa del PIL italiano. La questione che vorremmo porre è: se come sembra le famiglie e imprese pagheranno 200 miliardi in più, oppure lo Stato italiano darà 100 o anche 200 miliardi di sussidi per sostenerle e quindi pagherà lui coi deficit, a chi vanno questi 200 miliardi?

Se si risponde: “a Putin” bisognerebbe allora spiegare che con 1,900 miliardi di incassi in più il PIL della Russia aumenterebbe di più del doppio e quindi il reddito medio dei russi supererebbe ad esempio quello degli italiani. Se questi miliardi finissero alla Russia diventerebbe un paese relativamente ricco, ma nessuno ovviamente sta sostenendo questa tesi assurda. Anche perché vorrebbe dire che questa guerra sarebbe stato l’affare del secolo, un modo per far raddoppiare il tenore di vita dei russi.

Resta la domanda: a chi finisce in tasca questa massa di 1,900 miliardi, che secondo Goldman Sachs, vengono pagati in più? Non è possibile che le aziende e le famiglie italiane paghino milioni o migliaia di euro in più e questi soldi finiscano nel nulla. Se uno paga di più, qualcun altro incassa di più. Questo semplice concetto vale per tutto, eccetto che – a quanto pare – per il mercato dell’energia elettrica e del gas, dove i prezzi aumentano di dieci volte e non si capisce a chi vada questo aumento.

Per essere precisi, una piccola parte finirà certo anche a Gazprom, nella misura in cui riesca a vendere anche lei del gas liquefatto (LNG) per nave, ma come forse si sa, la Russia vende quasi tutto il suo gas tramite gasdotti e questi sono ora fermi. A vendere gas liquefatto se parliamo di paesi, i produttori maggiori sono Quatar, Australia, USA. Ma dato che aumentare la produzione non è facile e neanche costruire terminali per liquefare e rigassificare e poi anche tanker che lo portino per mare, in realtà gli incassi delle società di questi paesi sono aumentati, ma non certamente di 1,900 miliardi. Come lo si può sapere? Le società australiane e americane sono quotate e pubblicano bilanci, hanno guadagnato forse al massimo 100 miliardi vendendo più gas liquefatto.

Ci devono essere quindi altri soggetti che esportano gas liquefatto, operatori che fanno trading di gas sulle borse come quella in Olanda e società che rivendono il gas ad aziende e famiglie che incassano il resto dei 1,900 miliardi. Non sono miliardi che spariscono nel nulla quando vengono pagati. Finiscono a qualcuno perché il costo di produrre il gas e anche l’elettricità non è cambiato.

C’è una situazione di scarsità di energia in Europa perché si vuole eliminare il gas e petrolio russo. Gazprom offre di vendere più gas se firmi contratti pluriennali, e non gli rubi i soldi come si è fatto in marzo. Ma i governi occidentali, oltre a sequestrare circa 500 miliardi di soldi e beni russi, vogliono ora imporre un tetto al prezzo del petrolio russo ed entro il 2023 non vogliono prendere più gas russo. In questo modo essi creano una situazione di scarsità per il gas, perché di colpo l’Europa compra miliardi di metri cubi di gas liquefatto ovunque nel mondo e dato che non ce ne è molto il prezzo esplode di dieci volte. E poi esplode di dieci volte anche il prezzo del gas che arriva per gasdotto (e non si capisce bene perché: i contratti però non sono pubblici e dovresti fare delle stime).

Infine, esplode anche il prezzo di tutta l’elettricità, anche se solo parte dell’elettricità è prodotta con gas. E anche se quella prodotta con gas liquefatto è alla fine circa un 15% al massimo in Europa. Il risultato però è che famiglie e imprese europee pagheranno (o gli Stati se le sussidiano) forse 1,900 miliardi in più. E in Italia circa 200 miliardi in più ai prezzi attuali.

Il mercato dell’elettricità e del gas se leggi le spiegazioni degli esperti sui giornali sembra complicato e quasi tutti rinunciano a leggere dopo un poco. Ma alla fine, ci sono in Algeria, Russia, America e Australia società che estraggono gas ad un costo che si conosce e che non è cambiato. E tutti te lo vendono, anche i russi, se non gli sequestri i soldi e non li minacci di tagliarlo tra qualche mese. Poi però esiste un “mercato” che fa aumentare di 10 o 15 volte il prezzo del gas e anche quello dell’elettricità …

Ritorniamo allora alla questione di fondo. La domanda che sembra nessuno si ponga è: a chi esattamente finiscono in tasca queste centinaia di miliardi che le famiglie e aziende europee pagano? Viene da pensare che tra qualche anno, quando si potrà analizzare con calma quello che è successo, si vedrà che è stato il più colossale trasferimento di ricchezza (nell’arco di un anno) della storia. Con le famiglie e le aziende italiane (non quelle che rivendono il gas) come vittime.

Paolo Becchi e Giovanni Zibordi, 7 settembre 2022