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Gas e benzina, tutti gli errori del “governo dei migliori”

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“In vista dell’inverno sono molto ottimista”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, al rientro dalla missione in Congo e Angola, in compagnia dell’ad di Eni, Claudio Descalzi, dopo aver visitato Algeria e Qatar. Speriamo che l’ottimismo di Di Maio non finisca come con la povertà. Aveva detto che era stata abolita, più di tre anni fa. Credo che si sia sbagliato. Forse memore delle parole del suo presidente del consiglio, Mario Draghi – “sull’energia siamo stati imprudenti” – il nostro ministro degli Esteri ha aggiunto: “Dovevamo diversificare molto prima”. È a quattro anni che M5S e Di Maio sono ininterrottamente al Governo del Paese, con alleati diversi, ma non pare che sia stato fatto nulla se non sostenere l’antagonismo dei No-Triv e dei No-Tap.

Il cambio di passo di Di Maio?

Solo i cretini non cambiano opinione: il nuovo orientamento di Di Maio sulle questioni energetiche speriamo sia un vero cambio di pensiero. Qualche dubbio è lecito averlo ancora, visto che non risulta nessuna azione concreta per sbloccare l’estrazione di gas dai giacimenti del mare Adriatico e del Canale di Sicilia, dove fino al 2000 si estraevano 17 miliardi di metri cubi di gas all’anno, e oggi siamo a meno di un miliardo. I pozzi sono ancora attivi e ricchi di materia prima (si stimano riserve per almeno 130-140 miliardi di metri cubi), ma non vengono utilizzati in ossequio a un ecologismo masochista.

Energia, governo immobile

C’è da dire che in tema di energia, nonostante le parole di Draghi – applaudite dagli stessi protagonisti dell’imprudenza contro cui il premier ha puntato il dito – il Governo non riesce a essere conseguente al pensiero dichiarato. Eppure, l’Esecutivo si chiama così perché deve eseguire le politiche, non solo evocarle. Lo sblocco di sei parchi eolici – pochi giorni fa – è una goccia nel mare anche sul fronte delle energie rinnovabili: varranno meno di mezzo GW. Nel 2021 dalle rinnovabili è stata prodotta energia per meno di un GW, quando l’impegno governativo era quello di almeno 7 GW all’anno. A fronte di una capacità produttiva che le imprese assicurano fino a 20 GW all’anno, se avessero mani libere e autorizzazioni celeri.

Gli errori di Cingolani

C’è molto da fare. Il Governo dovrebbe dimostrare di essere composto dai migliori. Qualche dubbio lo ha suscitato anche il ministro Roberto Cingolani. Si è accorto del rincaro dei carburanti passando davanti a una pompa di benzina. Pensavamo (e speravamo) che il ministro della Transizione ecologica disponesse di informazioni privilegiate. Ma quel che è peggio è che di fronte ai prezzi-boom dice: “Non so il perché?”. Salvo poi aggiungere con l’aria di chi non si fa mettere l’anello al naso: “I rialzi di queste ore sono totalmente ingiustificati. La crescita dei prezzi non è correlata alla realtà dei fatti. Si tratta di una spirale speculativa, sulla quale guadagnano in pochi”. Il ministro ha poi proseguito, rincarando la dose: “Quella che vediamo è una colossale truffa a spese delle imprese e dei cittadini”.

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