E quindi? Se un ministro della Repubblica “vede” una truffa che si consuma davanti agli occhi – e nelle tasche – dei cittadini dovrebbe avere strumenti per contrastarla oltre che perseguirla. Se non fosse passato davanti a quella pompa di benzina la truffa sarebbe ancora senza nome e senza conseguenze, se non nel portafoglio di chi viaggia e trasporta beni e merci.
C’è una stampa disponibile a tutto, anche a considerare le parole di Cingolani una “durissima presa di posizione”. Ma il Governo non deve prendere posizione, deve governare, adoperandosi soprattutto che non ci siano frodi e truffe, denunciandole per tempo alla magistratura e assumendo atti amministrativi – necessità e urgenza in questo caso ci sono eccome, ma i decreti-legge tanto numerosi per altri momenti non sono ancora arrivati sul tema energetico – capaci di invertire la devianza truffaldina.
La guerra in Ucraina e le emergenze connesse hanno contribuito a svelare – se ce ne fosse stato bisogno – che dopo più di un anno di lavoro il Governo dei migliori ha ancora molto da fare. Anche sul fronte energetico. Il garrulo ottimismo di Di Maio o il corrucciato dispetto di Cingolani non aiutano a dormire sonni tranquilli.
Antonio Mastrapasqua, 15 marzo 2022