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Gas e Russia, diciamolo: Draghi ha fallito

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“Volete la pace o i condizionatori accesi?”. Nella famosa domanda di Mario Draghi sono concentrati tutti i suoi fallimenti, infatti non avremo né una nell’altra.

Il piano era affamare Putin sequestrando le riserve della Banca Centrale russa e facendo collassare il rublo facendo affidamento sul fatto (pensate voi) che la Russia avrebbe continuato a mandarci il gas ed il petrolio accettando gli Euro che poi avrebbero potuto essere sequestrati, abbiamo sbandierato che per tenere fede a questo piano non avremmo mai pagato il gas in rubli.

Risultato: Eni paga il gas in rubli e la moneta di Mosca è al massimo storico. Poi Draghi ed i suoi ministri ci hanno rassicurato “anche se Putin taglia il gas per l’Italia non ci saranno problemi”, con una semplice diminuzione delle quantità il governo è stato costretto a mettere miliardi sul piatto per far riempire i depositi a Snam e Gse che annaspano.

E poi il capolavoro dei capolavori “metteremo un tetto al prezzo del gas”, nella strategia del migliore ci sarebbe stato un accordo europeo per vietare di comprare gas russo sopra un certo prezzo (si parlava di 80 euro Mwh). In pratica abbiamo bisogno disperato di gas, abbiamo al momento, sostanzialmente, un solo fornitore ma vorremmo decidere noi prezzi e quantità. Una genialata tale che i paesi dell’Europa del Nord non hanno neanche pensato di discuterla convocando un vertice Europeo straordinario così come aveva chiesto il nostro. Ma telegiornali e giornaloni italiani hanno spacciato la bislacca proposta come risolutiva del problema ed un probabile successo del nostro governo, sono stati così spiazzati migliaia di consumatori industriali che prima di firmare contratti a lungo termine hanno aspettato la mossa risolutiva di super Mario.

Risultato: il ministro Cingolani ha annunciato che potremmo avere problemi alle forniture di gas durante l’inverno, a Snam e Gse (gestore sistema elettrico) sono stati dati obiettivi di stoccaggio di volume ma non di prezzo (alla faccia del “Cap” di Draghi) e le aziende in preda al panico cercano di accaparrarsi il gas che possono. I prezzi? Che poteva succedere sono saliti del 100 per cento in meno di un mese toccando il massimo storico di 175 euro per Mwh per il gas e conseguentemente di 418 euro per l’energia elettrica.

La domanda da rivolgere al governo ora è: a questi prezzi quante industrie rischiano di chiudere, di quanto aumenterà l’inflazione e quanti finiranno sul lastrico? Draghi non risponderà, svicolerà parlando di principi, di democrazia ma non prenderà atto del suo personale disastro politico ed economico. Quanto ci metteranno i giornaloni ad imputare al governo una politica energetica propagandistica e fallimentare, quanto ci metteranno a capire che colui che dipingono come il migliore è solo un mediocre pericoloso? Forse non lo faranno mai ma presto ci penseranno gli imprenditori e le piazze.

P.S. Gli italiani hanno scelto i condizionatori visto che i consumi di energia sono ai massimi storici, stanno votando con il telecomando dell’aria condizionata.

Antonio Rizzo, 6 luglio 2022