Economia

La crisi del gas

Gas, scatta l’ora “X”: l’Ue deve tagliare i consumi (e l’Italia pure)

Economia

La guerra in Ucraina, oltre ad entrare prepotentemente nelle nostre case con i tristi bollettini delle vittime, continuerà, ora più che mai, ad avere ripercussioni significative anche sui nostri portafogli e sull’economia. Le sanzioni economiche imposte all’invasore russo con molteplici pacchetti sempre più severi, per quanto comprensibili, si stanno ritorcendo su tutta l’Europa, causando drammatici problemi economici e sociali.

Il 9 agosto è entrato in vigore il regolamento Ue “Risparmiare gas per un inverno sicuro”. Con questo provvedimento, che suona quasi come uno slogan pubblicitario, Ursula von der Leyen, che non si fida delle promesse di Putin, garantisce che passeremo un inverno sicuro nel caso la Russia bloccasse completamente le sue forniture del prezioso combustibile gassoso. Gli Stati europei quindi si impegnano ad una riduzione volontaria dei consumi di gas del 15% (45 miliardi di metri cubi) per il periodo che va dal 1° agosto 2022 al 31 marzo 2023. Come riporta dettagliatamente il Corriere della Sera, è prevista anche una seconda fase nel decreto. Se il Consiglio europeo, a maggioranza qualificata, o un minimo di 5 Stati membri dichiarassero lo stato di allerta, allora la riduzione dei consumi diventerà obbligatoria. Molti Stati europei, però, non erano così favorevoli e anche l’associazione degli industriali europei, Business Europe, dipinge scenari economici disastrosi e gravi impatti sulle imprese a seguito di questa riduzione volontaria.

All’Italia comunque, per nostra fortuna, basterà tagliare i consumi di metano “solo” del 7%. L’Italia, infatti, come un’altra decina di Paesi, potrà beneficiare di alcune deroghe previste alla Direttiva europea. I Paesi che potranno attuare una riduzione meno drastica dei consumi energetici sono quelli con poche interconnessioni (Spagna, Portogallo e i Paesi insulari), o quelli legati alla rete elettrica russa (i Paesi Baltici) o le Nazioni che superano gli obiettivi di stoccaggio richiesti o che dipendono dal gas naturale per specifiche industrie strategiche, oppure infine gli Stati, tra cui appunto l’Italia, che dimostrino che la loro interconnessione con altri Stati membri nella capacità di esportazione continua sia minore del 50%.

Secondo il ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, il taglio dei consumi di gas del 7% che l’Italia dovrà garantire per attuare il provvedimento europeo rientra già nel piano nazionale di risparmio energetico. Il governo dovrà preparare una richiesta documentata per poter sfruttare la deroga. Forse una politica energetica più oculata nel passato, che avesse mirato ad una maggiore diversificazione delle fonti senza dover dipendere per buona parte dagli approvvigionamenti di gas russo, ci avrebbe reso la vita più facile oggi.

Per raggiungere il 7%, il piano di Cingolani prevede di riscaldare meno e per un tempo più breve: questo inverno i termostati negli uffici pubblici e nelle abitazioni dovranno essere portati da 20°C a 19 e gli impianti verranno spenti un’ora prima ogni giorno. Così facendo, l’Italia risparmierà 2,5 miliardi di metri cubi di metano. Altre iniziative per contribuire a centellinare il preziosissimo combustibile puntano sull’utilizzo di centrali a carbone esistenti, sull’incremento dello sfruttamento di fonti energetiche rinnovabili e sui rigassificatori. In aggiunta ai tre esistenti a Panigaglia (SP), Porto Tolle (RO) e Livorno, si prevede di far entrare in funzione le due navi comprate da Snam: una a Piombino dovrebbe essere operativa nei primi mesi del 2023 e la seconda a Ravenna all’inizio del 2024.

Andrea Gebbia, 9 agosto 2022