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Gassmann fa il delatore e se ne vanta

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Hai un problema col vicinato? Non sopporti quelli del piano di sopra perché sono sovranisti? La vicina dell’appartamento a fianco non te la dà e in più non mette la mascherina? Ai Parioli c’è un bar che fa i caffè anche a chi non è del Pidì? Chiama AleGassmann. È lui, il giustiziere al tonno, l’uomo che fa per te. L’Homo Piddinus Geneticus s’incarica di mantenere l’ordine costituito: law, order and mask. Piacendosi molto, non resiste alla sirena della vanità da social e si vanta delle sue prodezze, al che viene sommerso da raffiche di vaffa (vi ricorda qualcuno?). Ecco l’ultima di una valorosa serie: “… sai quelle cose di condominio quando senti in casa del tuo vicino, inequivocabilmente il frastruono di un party con decine di ragazzi?… hai due possibilità: chiamare la polizia e rovinarti i rapporti col vicino, ignorare e sopportare, scendere e suonare…”. E saremmo già a tre, di possibilità; ma AleGassmann fa solo teatro, almeno su Twitter, lui ha già deciso e difatti una riga dopo: “Fatto il mio dovere. Fiero.”.

L’agente della dittatura psicosanitaria

Punteggiatura futurista a parte, ma lui non è un letterato, è ereditiero d’arte, il dovere secondo AleGassmann sarebbe quello di segnalare. Lui chiama la polizia, gnegnegne, perché nella cosa di condominio c’è un party “con decine di ragazzi”, ma che appartamenti hanno i vicini di AleGassmann? Manieri? E lui – mancherebbe, come diceva Franca Valeri – fa il dovere suo. Chi fa la spia non è figlio di Maria ma è figlio del Pidì. Lui se ne vanta, si ritiene così cittadino modello, signora mia. Non è la prima volta, pure a Capodanno se non ricordiamo male, ci fu “una cosa di condominio” e lui ci informò d’aver fatto il suo. È pur sempre lo stesso che non tollera gli smascherati per strada, quello che tuona cento volte al giorno contro chi non si allinea alla dittatura psicosanitaria, assai poco sanitaria. Va beh che col lockdown di tempo ne rimane, come cantava Lucio Dalla.

La caccia all’untore

L’Homo Piddinus è così: trinariciuto sotto la mascherina, fedele alla linea, sensibile alle direttive di Partito, ossequiente al diktat del Politburo scientifico. Sensibile alla delazione. Mai deflettere di un milionesimo di millimetro. Mai farsi prendere da un dubbio residuo: se il Partito dice che bisogna star tappati, si dà la caccia all’untore; se domani il Partito – “contrordine, compagni!” – stabilirà che star tappati è di destra, è negazionista, è irresponsabile, si andrà a bussare porta per porta a chi non collabora, per stanarlo. Poi puoi chiamarti come ti pare, far l’attor giovine, lo storico militante (e dilettante), la giornalista necessaria, il conduttore di partito, ma sei sempre la stessa cosa: quell’insofferenza per chi non si costringe, per chi si ostina a difendere una libertà corrosa da 14 mesi di rinunce stupide quanto inutili.

Avere AleGassmann come vicino di casa dev’essere una gran rottura di coglioni, altro che rovinarsi i rapporti.

Il moralismo profilattico di Gassmann

Consacrato com’è al dovere civico, immaginiamo che AleGassmann non si limiterà a segnalare i giovinastri festaioli del piano di sopra o di sotto, il compito di un bravo giustiziere è quello di girare per le città a caccia di assembramenti non autorizzati: quindi cumuli di spacciatori più o meno esotici, rapper mascalzoni che per lanciare il nuovo brano organizzano rivolte in cui attaccano gli sbirri, così poi possono tirarsela da vittime della periferia disagiata, mezzi pubblici farciti di umanità che si scatarra addosso, roba così. Oppure potrebbe aggirarsi, in calzamaglia come Cattivik, per i presìdi vaccinali di tutta Italia dove, secondo le ultime rilevazioni, in duemilionisettecentomila si son già siringati senza avere i fatidici 80 anni ma sgusciando tra le impalpabili categorie preferenziali. Non è qualcosa che grida vendetta, caro Nostromo?

Ma poi, perché limitarsi al quarto stato smascherato, perché non salire di rango e andare a segnalare la combriccola del Roby, tutto quel giro che dal comunismo italiano arrivava a quello del Celeste Impero, e che a sospetto della magistratura combinava affari spregiudicati col Dragone, e giù mascherine tossiche, respiratori micidiali, tamponi farlocchi, e a quel punto forse ti spieghi perché il Ricciardi diceva “grazie Cina”, e i Ranieri Guerra, e gli Arcuri, e i piani pandemici fantasma, eccetera. Roba che come fa a sfuggire al moralismo profilattico di AleGassmann. Invece niente. Neanche una spiata, un rigurgito, un twittino indignato. Sarà che quando uno ha fatto il suo dovere, poi è in pace con se stesso e non si cura di minima immoralia, c’è di peggio signora mia, c’è la movida da piani alti da stroncare.

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