Ormai è arrivata l’ufficialità: “La decisione di lanciare l’operazione di terra nella Striscia di Gaza è stata presa”. A dirlo è l’ambasciatore israeliano in Russia, Alexander Ben Zvi, all’agenzia Tass, il quale ha poi specificato come l’obiettivo dell’operazione sia quello di eliminare l’organizzazione terroristica Hamas e liberare i circa 200 ostaggi israeliani che ora sono in mano ai fondamentalisti. Il tutto “non può essere fatto senza un’operazione di terra”. E pertanto “possiamo dire che la decisione è stata presa”. Insomma, Israele procederà all’invasione della striscia di Gaza a stretto giro.
Manifestazioni pro-Hamas
Nel frattempo, continuano ad aumentare le manifestazioni pro-Palestina negli Stati del Medio Oriente. In queste ultimissime ore, si sono registrati cortei a sostegno di Hamas e della Palestina in Iraq ed in Egitto, fino ad arrivare addirittura in Corea del Sud. Un’operazione di simile portata da parte del governo Netanyahu non potrà fare altro che aumentare le forti tensioni già presenti nell’area. E sarà poi interessante capire quale sarà la risposta dell’Iran, visto che Teheran – proprio pochi giorni fa – aveva minacciato di poter optare per il proprio intervento militare a fianco di Hamas.
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“A Gaza una manovra di terra”
Eppure, la decisione di Tel Aviv sembra essere stata presa. L’invasione si dovrebbe applicare attraverso tre fasi differenti, spiegate dal ministro della Difesa, Yoav Gallant, alla Knesset. La prima parte dell’operazione militare si tradurrebbe in “un impegno prolungato di fuoco su Gaza”, attraverso “una manovra di terra per l’eliminazione dei membri di Hamas e delle sue strutture”. La seconda, invece, dovrebbe essere “una fase intermedia per eliminare i nidi di resistenza“, per poi arrivare al passo decisivo: “La creazione nella Striscia di una nuova realtà di sicurezza, sia per i cittadini di Israele, sia per gli stessi abitanti di Gaza”, che si tradurrebbe nella terza e ultima fase, appunto.
Una decisione che difficilmente è stata presa senza il consenso della Casa Bianca, la quale proprio in queste ore ha rinnovato il proprio sostegno ad Israele, dopo l’abbattimento da parte di una nave americana di tre missili provenienti dallo Yemen. Insomma, lo scenario diventa sempre più incandescente. Ora, l’esercito di Tel Aviv è pronto: l’entrata in Gaza non sarà più rimandata.
Matteo Milanesi, 20 ottobre 2023