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Open Arms, contro Salvini arruolano le star di Hollywood - Seconda parte

Al di là dell’aspetto paradossale e ironico della vicenda, però, c’è davvero da chiedersi quale sia il valore aggiunto che possa dare Richard Gere in qualità di testimone se non quello di trasformare il processo in una improbabile passerella mediatica dai toni tragicomici. Perché sarà pur vero che l’attore è stato a bordo della nave nei giorni in cui è stata trattenuta in mare al largo di Lampedusa ma è altresì vero che il fu ufficiale gentiluomo nulla c’azzecca con l’Italia, con il contesto politico-sociale in cui quelle decisioni sono state prese, e con la nostra legislazione in materia. E infatti è arrivata puntuale la stoccata di Salvini: “Non so come si pronuncerà – ha chiarito – ma se ti piacciono i clandestini pigliateli a casa tua negli Stati Uniti senza venire a darci lezioni…” 

In effetti, ad oggi, la situazione migranti negli Stati Uniti non ha nulla da invidiarci, anzi. È di solo qualche giorno fa, infatti, la notizia di diversi profughi haitiani presi a frustate e caricati con i cavalli dagli agenti di frontiera texani. Ecco perché probabilmente Gere farebbe meglio a pensare a cosa sta succedendo a casa sua, nell’America misericordiosa di Biden tanto apprezzata dalle parti di Hollywood. Con tutto il rispetto per l’attore, siamo già abbastanza bravi da soli a fare cinema sulle questioni politiche. Possiamo sicuramente fare a meno anche della star.

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