Da un po’ di tempo Michela Murgia si è scoperta teologa. Avrà pensato che occorreva rinverdire la sua immagine tutta e sola mediatica. Cosa meglio, avrà pensato, che prendersela col cattolicesimo che è sulla difensiva in tutto il mondo e che si può offendere tranquillamente senza tenere le spiacevoli conseguenze che potrebbero esserci con altre religioni?
Ed ecco allora l’assurda teoria che il cattolicesimo infantilizzerebbe il suo Dio solo perché in esso ritorna l’immagine “zuccherosa” di un bambino Gesù da amare e adorare. E via ad attaccare altre dottrine, come quella che la famiglia di Nazareth fosse modesta e che Gesù fosse nato in ambiente povero. C’era solo un overbooking negli alberghi (sic!).
Queste tesi amene e eccentriche, nonché senza fondamento alcuno, la Murgia le ha affidate a La Stampa che le ha messe a ieri a tutta pagina. Un tempo certi giornali ricordavano il Natale con profonde riflessioni filosofiche, oggi si divertono a prendersi beffe di una religione che giudicano infantile e non in grado di capire “la complessità del mondo” (questo il titolo dato dal giornale!).
Crassa ignoranza di chi non conosce certe altezze della teologia cristiana e della filosofia medievale. E pavidità di ci si guarderebbe bene a fare considerazioni del genere sull’islamismo. Chi nega le proprie radici, è destinato a perire. E la Murgia pur di vendere il suo prodotto sceglie ancora una volta la via più facile.
Corrado Ocone, 25 dicembre 2022