Pillole Ricossiane

Gesù non era socialista

gesù socialista © mehanique e Wildeye's Images tramite Canva.com

Uno degli “sport” preferiti dai sostenitori del socialismo politico ed economico, consiste nell’arruolare tra le fila del socialismo il maggior numero di “sostenitori”, veri o presunti che siano. La recluta più illustre ed ambita risponde al nome di Gesù Cristo, perché il tentativo più ambizioso è quello che punta a far coincidere il cristianesimo con il marxismo. Ad ogni nuova generazione di giovani, animati e abbagliati dal miraggio del socialismo e dello stato che interviene e si occupa di tutto, riparte anche il ciclo dei tentativi di coniugare socialismo e cristianesimo.

La bufala di Gesù socialista

Illustri maestri del passato si sono prodigati in questo senso, finendo per diventare gli ispiratori delle generazioni successive: “Anche il povero Cristo è sballottato a destra e a sinistra. Antonio Labriola: “Noi socialisti abbiamo la santa audacia di affermarci più cristiani dei preti, anzi, i soli cristiani del secolo”. Gramsci: “Il socialismo è la religione che ammazzerà il cristianesimo”. (Sergio Ricossa, Manuale di sopravvivenza ad uso degli italiani onesti – Rizzoli 1997).

L’intento di Gramsci si direbbe fallito, mentre ben consistente si è dimostrato il tentativo di arruolare Gesù come socialista, trovando terreno fertile tra coloro che si sentono a proprio agio fra le braccia di una nuova chiesa, quella catto-comunista, dentro la Chiesa.

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Il cattolicesimo e il socialismo

Parlando di questioni economiche, il cattolicesimo ha avuto, per contro, anche illustri sostenitori di tesi più interessanti: “Giovanni Paolo II nella Centesimus annus […]: “Intervenendo direttamente e deresponsabilizzando la società, lo Stato assistenziale provoca la perdita di energie umane e l’aumento esagerato degli apparati pubblici, dominati da logiche burocratiche più che dalla preoccupazione di servire gli utenti, con enorme crescita delle spese”. (Sergio Ricossa, I pericoli della solidarietà- Rizzoli 1993).

E ancora: “Con l’enciclica Centesimus annus la Chiesa sembra accettare apertamente il sistema dell’economia di mercato, e riesce perfino a scorgere i difetti del Welfare State. Peccato non condanni i cattocomunisti, che formano una seconda Chiesa”. (Sergio Ricossa, Come si manda in rovina un paese – Rizzoli 1995). E peccato anche che il ciclo si ripeta, imperterrito.

Fabrizio Bonali, 12 novembre 2023