“Gesù ti ama” sopra la fascia Lgbt: il giocatore rischia la squalifica

Protagonista il difensore Marc Guehi del Crystal Palace, reo di aver “macchiato” la campagna arcobaleno

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gesù ti ama

La solita iniziativa politicamente corretta per genuflettersi alla comunità Lgbt rischia di scatenare il caso in Premier League. La federazione inglese ha infatti deciso di affidare ai capitani delle squadre della massima serie una fascia arcobaleno per le partite della tredicesima e della quattordicesima giornata per celebrare l’inclusione e la vicinanza alla comunità gay, lesbo, trans e generi vari ed eventuali. Il problema è sorto a “causa” di Marc Guehi, capitano del Crystal Palace e titolarissimo della Nazionale inglese: ebbene, il roccioso difensore centrale è sceso in campo con la fascia al braccio, ma sulla sua aveva scritto a pennarello “I love Jesus”, ossia “Io amo Gesù”. Apriti cielo.

La Football Association ha immediatamente ricordato a Guehi che sui kit di gioco sono proibiti messaggi politici o religiosi, ma il ventiquattrenne non si è lasciato intimidire: ieri, in occasione della sfida contro l’Ipswich Town, ha indossato la fascia arcobaleno con la scritta “Jesus loves you”, ossia “Gesù ti ama”. Il calciatore, devoto cristiano, ha ignorato volutamente il richiamo ufficiale e ora rischia una pesante sanzione. Avete capito bene: Guehi ora rischia una squalifica per aver osato celebrare la sua fede cristiana. O forse per aver oscurato il messaggio destinato alla galassia Lgbt, che invece può essere omaggiata in lungo e in largo con buona pace della regola 4 del regolamento della FA.

“Rispettiamo tutti i giocatori e in particolare Marc. È il nostro capitano. Tutti sanno che è un ragazzo fantastico, molto umile, e non credo che dovremmo ingigantire la questione. Ne abbiamo parlato. Non è un bambino, è un adulto, ha la sua opinione e noi la rispettiamo” il commento del tecnico del Crystal Palace Oliver Glasner. Sui social il calciatore ha ricevuto tantissimi attestati di affetto e di vicinanza per il suo gesto, una rivendicazione di libertà. Al suo fianco c’è ovviamente anche il padre, ministro protestante in una comunità a sud di Londra. “Non penso abbia offeso qualcuno. Gesù ama tutti, quindi scrivendo che lui lo ama sulla sua fascia di capitano non credo offenda qualcuno e non capisco quale sia il problema. Non si è rifiutato di indossare la fascia come hanno fatto altri, e penso che la gente dovrebbe concentrarsi più su questo” le sue parole al Daily Mail.

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Sì, perché tutti i poliziotti del politicamente corretto si sono scagliati contro Guehi, dimenticando che anche un altro calciatore non ha partecipato come richiesto alla campagna Rainbow Laces di Stonewall. Parliamo di Sam Morsy, capitano del già citato Ipswich Town. Il trentatreenne è stato l’unico a rifiutare di indossare la fascia arcobaleno in quanto musulmano praticante. Per capirsi: è egiziano e nel suo Paese l’omosessualità è considerata un crimine. Questi sono i rischi che si corrono quando i soliti soloni credono di poter parlare a nome di tutti. Un conto è portare un messaggio di inclusione, rispettabilissimo e da condividere, un altro è obbligare una persona a indossare il simbolo di una minoranza in nome dell’iper-progressismo esasperato.

Non sappiamo se Guehi verrà squalificato o meno, stesso discorso per Morsy. Ma già solo l’ipotesi di una sanzione è follia allo stato puro.

Franco Lodige, 4 dicembre 2024

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