Cultura, tv e spettacoli

Giletti silurato, adesso parla Cairo: “Ecco perché l’ho chiuso”

L’editore di La7 rivela a Francesca Fagnani le motivazioni della fine di Non è l’Arena. E racconta un retroscena su Fazio

cairo giletti

Se Massimo Giletti tace, almeno fino alla fine del contratto con La7, Urbano Cairo parla. E lo fa tornando sulla vicenda che tanto ha tenuto banco nelle scorse settimane, ovvero la chiusura di Non è l’Arena dalla sera alla mattina e le tante ricostruzioni che ne sono seguite. Perché impedire a Giletti di andare in video? Cosa c’entrano le ospitate di Baiardo? Perché non concludere la stagione?

Intervistato da Francesca Fagnani al Festival della tv di Dogliani, Cairo ha risposto alla domanda diretta: ha mai ricevuto telefonate o lamentele per la presenza di Salvatore Baiardo negli studi di Giletti? “No”, replica Cairo. E allora perché chiudere baracca e burattini? “Prima di tutto tengo a precisare che Giletti ha fatto sei anni e 194 puntate su La7, potendo lavorare in piena autonomia. Poi va detto che nell’ultimo biennio i costi della trasmissione erano diventati insostenibili — dice l’editore —. Lui si era impuntato di passare dalla domenica al mercoledì, un’operazione che gli ha fatto perdere quasi due punti di share mai recuperati nonostante poi sia tornato alla domenica”. Insomma: nessun retroscena, nessun complotto per bloccare chissà quale inchiesta, assicura Cairo: il motivo sono “i costi”. “Ne avevo parlato del resto con lo stesso Giletti e Mazzi, il suo agente o amico non ho ben capito, già nel mese di gennaio”. E riguardo la presunta (e dubbia) fotografia mostrata a Giletti, in cui sarebbero ritratti Berlusconi e Graviano insieme al generale dei carabinieri Francesco Delfino? Cario smentisce di averne mai saputo nulla. “No, Giletti non me ne ha mai parlato. Come detto, aveva autonomia e io mi sono fidato”.

Per approfondire

Cairo insomma non si straccia le vesti. Dice che anche se Giletti dovesse andarsene “non è che chiude La7”. Anzi: “Abbiamo tante trasmissioni e ottimi giornalisti, a cominciare dal direttore del Tg Enrico Mentana, Lili Gruber, Corrado Formigli, Giovanni Floris, Andrea Purgatori e tutti possono parlare di tutti i temi. L’editore di La7 non è riuscito a accaparrarsi Fabio Fazio in uscita dalla Rai, benché sei anni fa pare averci provato. Ma forse da viale Mazzini arriverà Massimo Gramellini, che poi è pure editorialista del Corriere di proprietà sempre di Cairo. “Non è ancora chiusa – assicura l’editore – ma sarei felicissimo”.