Caro Porro, ho seguito la tua Zuppa dedicata in parte anche a Gino Strada. Andreotti diceva che la gratitudine è un sentimento della vigilia: chi oggi ricorda che Strada deve la sua iniziale fortuna a Berlusconi?
Abbiamo tutti appreso dal processo di beatificazione trasmesso in diretta a reti unificate, che Emergency è potuta nascere grazie ad un passaggio in TV da Maurizio Costanzo. La raccolta fondi fatta da Gino Strada nel suo giro di amici similpensanti era stata sempre misera, ma il passaggio in TV, ovviamente autorizzato da Mediaset, fece il miracolo.
Le vie del Signore sono infinite, ma chi oggi esalta Gino Strada ha l’onestà intellettuale di ringraziare Berlusconi e la TV commerciale per la possibilità che gli diede di realizzare i suoi sogni?
Anche per Gino Strada – Santo subito, nonostante un carattere iracondo e politicamente scorretto da ben altro girone dantesco – vale la regola dell’indulgenza: non parole, ma opere di bene. Merita di essere ricordato come uomo per quello che ha fatto e non per quello che ha detto (o, peggio ancora, per quello che non ha mai voluto dire o fare).
Ma torniamo ad Emergency. La sua ONG nasce in contrapposizione alla Croce Rossa Internazionale, dove Strada si fece le ossa, che aveva già come suo obiettivo di curare le vittime delle guerre in uno spirito umanitario di assoluta neutralità. Questo a Strada non bastava più perché la Croce Rossa comunque riconosce i Governi nazionali e per i suoi critici non sarebbe quindi veramente neutrale, soprattutto in caso di guerra civile.
L’accusa non è nuova ed è anzi alla base della nascita di Medici Senza Frontiere, vent’anni prima di Emergency. Le due ONG si assomigliano molto. Nate entrambe guardando all’Africa nera, non a caso, sono oggi entrambe impegnate davanti alla Libia per il recupero dei migranti in mare.