Cronaca

Giovane arrestato e picchiato, la versione dei carabinieri: “No processi sommari”

Il 23enne guineano colpito dalle forze dell’ordine: “Mi hanno sbattuto in macchina”. Spunta un video dell’aggressione

modena colpito dai carabinieri

Un nuovo fatto di cronaca, accaduto a Modena, catapulta di nuovo le forze dell’ordine nell’occhio del ciclone: un giovane di origine guineana di 23 anni è stato fermato da due carabinieri i quali, cercando di farlo salire in auto, lo hanno ripetutamente colpito al volto e al fianco. Un video, pubblicato da Welcome to favelas, mostra le fasi concitate del fermo e che, con ogni probabilità, porterà ad una denuncia contro i due militari.

Il giovane picchiato

Residente in Italia da sette anni, con i documenti in regola e impiegato come aiuto cuoco in un ristorante, il giovane ha riportato lesioni che hanno richiesto interventi medici. “Mi hanno sbattuto in macchina, non sto ancora bene, sono in ospedale e ho fatto i raggi”, ha raccontato il giovane. “Ieri mattina stavo aspettando l’autobus. I carabinieri mi hanno chiesto i documenti e io non li avevo. Ho spiegato che potevo chiamare un mio amico che me li avrebbe portati. Ma loro volevano buttarmi in macchina. Io lavoro, non ho mai fatto nulla di male”.

Il video ripreso da un testimone mostra uno dei due carabinieri colpire il giovane nel tentativo di farlo entrare nell’auto di servizio. “A Modena non si è mai vista una cosa del genere, finora cose così le avevo viste solo nei filmati americani. Si sono accaniti con una violenza non necessaria. Se una persona si oppone a un controllo legittimo va contenuta, non picchiata”, ha spiegato l’avvocato che difende il guineano. Al processo per direttissima il giudice ha convalidato l’arresto del 23enne con l’accusa di oltraggio a pubblico ufficiale e danneggiamento, e lo ha rimesso in libertà. Nuova udienza prevista il 18 aprile.

La versione del sindacato Carabinieri

Il video però ha spostato l’attenzione sui due carabinieri, che l’Arma ha già destinato ad altri incarichi in attesa delle verifiche interne su quanto successo. I due militari, ovviamente, non possono parlare con la stampa. Ma lo fa per loro Giovanni Morgese, segretario generale Nsc Emilia-Romagna: “Sebbene sia doveroso attendere con piena fiducia le conclusioni degli accertamenti eventualmente svolti delle Autorità competenti – spiega il sindacalista – è doveroso garantire che nessuno sia vittima di provvedimenti ‘affrettati e incisivi’ per compiacere la platea o per rendere un messaggio di ‘giustizia sommaria’, anche solo interna o di natura amministrativa”. Gli fa eco il segretario regionale aggiunto Andrea Di Virgilio: “I colleghi stavano lavorando per garantire sicurezza e visionando il video, che è stato messo in circolazione per pubblicare un episodio, probabilmente non documentato nella su interezza ed in cui i carabinieri sono ancora una volta additati come i ‘cattivi'”. Le divise tornano a chiedere “regole di ingaggio e protocolli di intervento” che mettano in chiaro chi può fare cosa in determinate situazioni e fin dove un operatore può spingersi. Oltre, ovviamente, a migliori addestramenti. “L’uso della ‘forza’ – conclude Di Virgilio – è uno strumento riconosciuto e utilizzato in momenti in cui generalmente occorre agire in pochi secondi”. Il Pd intanto definisce “molto grave” l’episodio.

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