Dopo un lungo periodo di silenzio, Lorenzo Biagiarelli, noto per le sue attività come food blogger, torna a parlare della tragica vicenda che ha portato alla scomparsa di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Lodi suicidatasi dopo le polemiche esplose sulla presunta recensione falsa pubblicata sulla pagina Facebook del suo locale. Questo triste evento ha messo in risalto le complesse dinamiche che si possono innescare nell’ambito della comunicazione pubblica, sollevando interrogativi sull’etica mediatica e sulla responsabilità che ciascuno dovrebbe esercitare nell’uso delle piattaforme digitali e non solo.
Dopo un periodo di riflessione, Biagiarelli ha deciso di prendere parola tramite un video sui social, con l’obiettivo di condividere la sua versione dei fatti, che hanno segnato profondamente l’ultimo mese della sua vita, tra dolore e accuse. Ha iniziato il suo messaggio esprimendo gratitudine per il sostegno ricevuto, segno di solidarietà e comprensione nei suoi confronti. “Ho bisogno di raccontare – dice nel filmato – per la prima e ultima volta quello che mi è successo nell’ultimo mese, per chiudere questa storia che è triste da qualunque lato la si guardi. Grazie a tutti quelli che avranno voglia di ascoltare, e anche a tutti quelli che mi sono stati vicini con un pensiero o una parola gentile”.
Il fulcro della vicenda è legato a una recensione negativa pubblicata online e alla successiva reazione di Biagiarelli che, attraverso un post, ha messo in discussione la validità di tale giudizio, scatenando un’ampia risonanza mediatica. La situazione è poi precipitata con la tragica scomparsa di Pedretti, ponendo interrogativi sul ruolo di Biagiarelli e sulla sua presunta responsabilità morale nell’accaduto. Nel suo intervento, Biagiarelli ha chiarito di non volersi scusare: “Non posso e non voglio chiedere scusa per la morte di Giovanna Pedretti: se lo facessi, sarei uno di quelli che usa la sua morte a mio vantaggio, per riabilitarmi. E non torno nel programma su Rai 1 a È sempre mezzogiorno!: non ci sono le condizioni”.
Nel filmato Biagiarelli spiega per filo e per segno la sua versione. E la racconta dall’inizio, sin da quando vede quella recensione che gli sembra “falsa” e condivide il tutto sui social “avendo però cura di censurare il nome della pizzeria, quello della titolare e pure l’ubicazione”. L’obiettivo, dice, non era “esporre al pubblico ludibrio una persona comune”, ma “smontare una notizia, specie se di diffusione nazionale, e criticare l’operato della stampa quando si alimenta di notizie non verificate, monetizzandole con i click su articoli che possono facilmente indignare”. A quel punto però la notizia del debunking, rilanciato anche da Selvaggia Lucarelli, arriva su tutti i giornali e la ristoratrice finisce in un vortice: viene convocata dai carabinieri, non si capisce bene ancora perché, viene contattata da un tg e da un giornalista di una testata nazionale. Giovanna Pedretti si difende e “riferendosi al mio post” dice che “non mi sarebbe mai aspettata di suscitare tanta cattiveria”. Così Biagiarelli decide di telefonarle “per ascoltare la sua versione, concederle diritto di replica o addirittura ritrattare se il mio lavoro fosse stato smentito”. Una telefonata che, sostiene il compagno della Lucarelli, sarebbe avvenuto con toni cordiali.
Biagiarelli ha sottolineato l’importanza della libertà di espressione, sancita dalla Costituzione, e del diritto alla critica e al controllo delle informazioni che circolano nel dibattito pubblico, in particolare quando possono generare reazioni basate su presupposti errati. Il food blogger lamenta poi di aver ricevuto “minacce di morte” e “messaggi di odio” scatenati “dalla stampa, dalla radio e dalla tv che da subito e per due settimane hanno sostenuto che il nostro operato fosse il diretto responsabile della morte di Giovanna Pedretti”. Questo perché i post avrebbero provocato una “gogna social” sulla titolare della pizzeria. Eppure, sostiene Biagiarelli, sui social non ci sarebbe traccia della “montagna di odio nei confronti della titolare”. Anzi, aggiunge, sarebbe stata la stampa generalista a scatenare odio verso lui e Lucarelli mentre in tv si discettava del suicidio della Pedretti “spesso contravvenendo alle indicazioni suggerite proprio dall’Organizzazione Mondiale della Sanità a riguardo”.
Infine, Biagiarelli respinge le accuse di poca umanità: “Io non posso né voglio chiedere scusa, come molti mi hanno pur caldamente suggerito di fare, per la morte di Giovanna Pedretti, il cui suicidio ovviamente mi addolora come essere umano”. Il motivo? “Perché se lo facessi sarei l’ennesimo che utilizza la sua morte per il proprio vantaggio, nel mio caso per riabilitarmi, cospargendomi il capo di cenere e implorando la clemenza della pubblica piazza. Io piuttosto preferisco tenermi lo stigma, il dubbio, il sospetto, piuttosto che tentare la via della pietà, affermando qualcosa che non penso”. Per questo non tornerà in tv, non in questo momento almeno. “Ci tengo però a ringraziare tutti quelli che non hanno mai smesso di manifestarmi affetto, e sono stati tanti, perché nonostante il tentativo di distruggermi sia stato quasi un successo, mi tengo stretto quel quasi e la solidarietà dei tanti che hanno capito quale gioco sporco si stava giocando”.