Società

La tragedia

Giovanna Pedretti morta, la spietatezza della Lucarelli mi fa senso

La ristoratrice era stata criticata per la presunta recensione “fake” su gay e disabili

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La notizia più importante della giornata è la vicenda di Giovanna Pedretti, ristoratrice del Lodigiano la cui storia, per quanto molto semplice, è drammatica. È stata trovata morta ieri ed è probabile che si tratti di un suicidio. La sua pizzeria aveva ricevuto una recensione di un cliente che si lamentava del tavolo accanto a cui sedevano un gay ed un disabile. La proprietaria aveva replicato con fermezza alla recensione ritenuta discriminatoria ed era diventata una specie di eroina, cosa che in realtà trovo pazzesca: non ha senso trasformare in eroe chi risponde banalmente ad una scemenza simile. Su questa vicenda, tuttavia, come purtroppo spesso avviene, si è intromessa Selvaggia Lucarelli facendo quello che lei ha definito essere un debunking, insinuando che la recensione in questione fosse solo un fotomontaggio realizzato per ragioni di marketing.

Ovviamente non so se la recensione fosse vera o meno, ma questo non lo sa nessuno perché è indimostrabile. Fatto sta che sull’onda della cattiveria della Lucarelli e del suo fidanzato cuoco, la ristoratrice finisce nel mirino dei leoni da tastiera di internet e viene trovata morta. La cattiveria della Lucarelli è veramente una cosa spietata. Non penso che uno si ammazzi per colpa di Selvaggia, ma essere spietati in questo modo è sicuramente tremendo.

In qualche modo, è simile a quello che è successo a Chiara Ferragni. Molti di voi per questo mi contestano, ma talvolta bisogna difendere anche l’indifendibile per poter affermare un principio. Non sto con l’influencer ma, contro l’enorme invidia sociale, io difendo un’imprenditrice di successo che comunque si è sempre impegnata nella beneficenza. L’ha fatta male, in quel caso? Malissimo. Ci ha preso in giro? Forse. Ma è già stata multata per questo.

Tornando alla drammatica vicenda della ristoratrice, tutta questa cattiveria mi fa senso. Io non riuscirei nemmeno ad esercitarla nei confronti del mio peggior nemico. Quel modo di fare travagliesco della Lucarelli, che invece fortunatamente non appartiene ad altri del Fatto, mi sembra mostruoso. E se pensate che non vi tocchi, sbagliate, perché riguarda tutti quelli che hanno un’esistenza social. Diamoci una calmata.

Nicola Porro, dalla Zuppa di Poro del 15 gennaio

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