Andando poi sul piano più squisitamente scientifico, così prosegue la Gismondo sul vaccino: “I dati disponibili – dice Aifa – dimostrano un elevato livello e non si evidenziano, al momento, segnali di allerta in termini di sicurezza. Il contro canto è quello della Pfizer, l’azienda che produce il vaccino, che dice: ‘pochi dati sul rischio di miocardite nei bimbi; bisogna approfondire’. Allora io mi chiedo: perché non attendere? Perché non seguire le stesse indicazioni che vengono pubblicate sul sito dell’Aifa per la registrazione sicura di un farmaco. Perché saltare gli studi su tollerabilità ed efficacia, sulla dose ottimale? Chi ha scelto la dose ottimale? L’unico lavoro pubblicato sulla sperimentazione per questo vaccino dei bambini in quella fascia di età parla di 2.000 soggetti, di cui metà vaccinati e metà no. Quindi una significatività irrisoria. Se ciò si mandasse a riviste serie come Lancet o Nature, verrebbe rifiutato perché non valido. Allora – conclude la virologa – non siamo no-vax, siamo ricercatori che hanno coscienza, che sono attendisti nel rispetto della cautela. E io direi che nessuno si permetta di tradurre questa dovuta prudenza e aderenza ai protocolli scientifici per una avversità al vaccino che arrivi, se è efficace e necessario, a tutti”.
Si tratta di un bel masso gettato nell’acqua stagnante di un Paese che ha deciso, per scelta di chi tiene in mano le redini del potere politico, di incatenarsi alla linea oltranzista del vaccino per tutti a prescindere, nell’insensato tentativo di arrivare alla completa estinzione del Sars-Cov-2.
Claudio Romiti, 9 dicembre 2021