Economia

La guerra del gas

Giù i termosifoni in casa: cosa dice il piano di Cingolani per risparmiare gas

Economia

La crisi energetica europea causata in larga misura dalle sanzioni alla Russia è ormai un argomento quotidiano. Il gas costa sempre di più e quindi occorre risparmiare.

La Germania ha ridotto i consumi

Silvia Merler, a capo dell’area ESG & Policy Research del Gruppo Algebris (società di gestione del risparmio globale), ha pubblicato un interessante thread su Twitter confrontando consumi e risparmi energetici in Italia e in Germania. Il consumo di gas in Germania è diminuito mediamente del 15% nei primi sei mesi dell’anno rispetto al 2021. Continuando così, i tedeschi avranno abbastanza metano da riuscire a sopportare l’ipotetica situazione in cui la Russia chiudesse completamente I suoi rubinetti. In Italia, invece, nello stesso periodo il consumo è sceso solo del 2%. A questo ritmo, l’Italia resterebbe senza gas in primavera persino se la Russia continuasse a fornire il gas al 10% del flusso normale. Nel nostro Paese si dovrebbe risparmiare più del doppio per superare la crisi attuale.

Il piano di Cingolani

Secondo la Merler, la differenza è facilmente spiegabile. Occorre innanzitutto premettere che in Italia il gas incide per il 35% nella produzione di energia elettrica contro il 15% della Germania. E su questo punto non si può cambiare molto nel breve termine. Tuttavia, i tedeschi sono riusciti a ridurre il consumo di gas per la produzione di elettricità del 3% tra gennaio e giugno 2022, rispetto allo stesso periodo del 2019-2021. Da noi, invece, tale consumo di gas è aumentato del 9%. Escludendo la produzione di energia elettrica, in Germania si è utilizzato il 10% in meno di gas nei primi 6 mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo nel 2019-2021, mentre in Italia lo stesso parametro è sceso solo del 3%. Ecco perché oggi in Cdm il ministro per la Transizione energetica ha presentato il piano di razionamenti per l’inverno. Ai colleghi, Roberto Cingolani ha spiegato che nei prossimi giorni verrà varato un piano dettagliato di risparmi energetici. Da quanto trapelato, è previsto l’abbassamento dei termosifoni di un grado (da 20° a 19°) e la riduzione di un’ora della loro accensione. Le regole varranno a partire da ottobre (quindi con due settimane di “ritardi” rispetto al passato) sia per le abitazioni private con riscaldamento centralizzato sia per gli edifici pubblici.

Stando a quanto trapela, Cingolani avrebbe spiegato che il piano – che arriverà poi con un decreto ministeriale – non prevede lo spegnimento delle luci delle vetrine. Così come è escluso il ritorno in Dad dei ragazzi. Comunque sarà tarato su tre scenari in base all’ipotetico invio di gas da parte di Mosca. Tutto dipende, infatti, da quanto gas arriverà dei tubi che collegano la Russia all’Europa. Lo scenario peggiore è quello che prevede la chiusura totale dei flussi.

Così le aziende tedesche sostituiscono il gas

In fondo altrimenti non si può fare. Se di gas non ne arriva, o se ne arriva meno, in attesa degli approvvigionamenti alternativi (altri Paesi fornitori, rigassificatori) non si può far altro che tirare la cinghia. Uno studio di Benjamin Moll, professore tedesco di macroeconomia alla London School of Economics, ha spiegato come la Germania si stia muovendo in questa direzione.

L’esperto parte dal presupposto che, per ovviare alla ridotta fornitura di gas, occorre “sostituire”. Questo significa non solo ricercare fonti di energia alternative per rimpiazzare il gas in sé, ma anche sostituire “downstream”, cioè in pratica cambiare prodotti la cui realizzazione richiede alti consumi di gas. Il professor Moll elenca una serie di esempi concreti già pensati quest’estate e in via di attuazione, citando anche molte industrie note a tutti. Würth sta convertendo alcuni forni per l’operazione di tempera delle viti a 900°C dal gas all’elettrico. Purtroppo tale conversione è avvenuta troppo tardi e quindi i forni non saranno pronti per l’inverno. Per il colosso della chimica BASF, “sostituzione” significa trasferire la produzione di ammoniaca (utilizzata nella realizzazione dei fertilizzanti) dalla Germania agli Usa. In questo modo si riesce a mantenere sostanzialmente costante la produzione domestica di fertilizzanti incrementando le importazioni di ammoniaca.

Riassumendo le dichiarazioni di un manager del gigante dell’acciaio Arcelor-Mittal, il professor Moll cita un altro esempio di sostituzione: importando alcuni elementi necessari per la produzione dall’estero, si riducono i consumi di gas, anche se i costi aumentano e la produzione diminuisce. Molti altri settori industriali applicano la “sostituzione”. Alcuni caseifici tedeschi sostituiranno il gas col petrolio in caso di necessità. La società elettrica bavarese SWM ha posticipato la conversione di un impianto di riscaldamento da carbone a gas e anzi riconvertirà due impianti di riscaldamento da gas a petrolio. Il professor Moll riporta anche l’esempio di Audi, il famoso produttore di automobili di Ingolstadt, che può sostituire il 20% del consumo di gas nel breve termine, riducendo il riscaldamento negli uffici. Solo il 10% del gas è insostituibile (reparto verniciatura e forni). Il produttore Wiegand Glass, invece, sarà in grado di riscaldare i suoi tank di fusione con olio combustibile leggero anziché metano. Alla birreria Veltins dichiarano di essere in grado di sostituire il gas con olio combustibile in poche ore nelle loro caldaie. Le cartiere Schoellershammer sostituiranno il 50% del gas entro l’inizio di gennaio convertendo le loro caldaie per utilizzare olio combustibile. Senza questa misura, si potrebbe comunque realizzare un risparmio di gas del 15% operando le machine a capacità ridotta.

Andrea Gebbia, 1 settembre 2022