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Giù le mani da Jannik Sinner

È stato dimostrato che il tennista ha assunto inconsapevolmente il Clostebol a causa di un massaggio. Già scagionato

Jannik Sinner

Haters e tennisti di seconda fascia in cerca di visibilità stanno cavalcando l’onda del presunto caso di doping che ha investito il giovane talento italiano, ma non c’è nessuna accusa e la vicenda è integralmente chiarita: l’azzurro è già stato scagionato.

Jannik Sinner, da ormai 13 settimane in vetta alla classifica ATP, continua a vincere e a convincere: tanto basta per attrarre antipatie di ogni ordine e grado sui social. Dalle accuse sulla sua fragilità fisica (nonostante abbia perso solo 5 partite nel 2024) al forfait alle Olimpiadi per una tonsillite, ritiro che gli è valso l’accusa di essere svogliato ogni qualvolta bisogna scendere in campo sotto il vessillo tricolore (dimenticando che è proprio Sinner ad avere riportato in Italia, 47 anni dopo, la massima competizione tennistica per nazionali, la coppa Davis).

Oggi piovono invece accuse di doping, a seguito di un post chiarificatore condiviso proprio dallo stesso Sinner sui suoi canali social: a marzo, durante il torneo di Indian Wells, l’altoatesino è risultato lievissimamente positivo a due test antidoping. Da subito Sinner si è mostrato collaborativo con l’Itia (agenzia antidoping del tennis mondiale), nel tentativo di scoprire a cosa fosse dovuta la presenza nelle analisi dell’anabolizzante vietato.

A seguito di un’indagine è stato dimostrato che Sinner ha assunto inconsapevolmente il Clostebol (lo steroide incriminato) a causa di un massaggio senza guanti fatto dal suo fisioterapista, che aveva precedentemente utilizzato una pomata contenente il suddetto anabolizzante per curare un taglio al dito. Si tratta dunque di una lieve contaminazione, per la quale in ogni caso Sinner ha pagato: gli sono stati revocati i 400 punti accumulati e i premi (circa 300mila dollari) derivati dalla semifinale di Indian Wells.

Tuttavia, poiché è stato ampiamente dimostrato che si tratta di una assunzione involontaria, Sinner è stato scagionato dall’accusa di doping e non rischia nessuna squalifica. Ma il mancato provvedimento non sembra andar giù ad alcuni tennisti (ed ex tennisti). Nick Kyrgios, oggi commentatore sportivo e in passato soprannominato “the devil of the court” (il diavolo del campo) per il suo savoir faire certamente poco ortodosso per uno sport signorile come il tennis, si è oggi scagliato contro Sinner.

L’ex tennista australiano ha infatti definito ridicolo il mancato provvedimento nei confronti dell’italiano, mettendo addirittura in dubbio che si sia realmente trattato di un errore involontario derivato da una crema. Chissà che questo commento al vetriolo non derivi non solo dal dubbio legittimo di un ex sportivo, ma anche dal fatto che Anna Kalinskaya, attuale compagna di Sinner, è proprio l’ex di Kyrgios. Si sa, a pensar male si fa peccato, ma spesso…

Kyrgios non è peraltro l’unico a schierarsi contro l’attuale numero uno del ranking.
Anche altri tennisti, come Shapovalov e Pouille esprimono perplessità. Ma si può credere con discreta probabilità che Jannik, fresco della vittoria al Master1000 di Cincinnati, non perderà il sonno per delle aspre critiche rispettivamente del numero 102 e 151 al mondo.

Ciò che conta è che Sinner è innocente, come dimostrato dall’Itia. Ciò che conta è che non c’è il minimo dubbio che Sinner sarà ai blocchi di partenza per l’ultimo Slam della stagione, US Open. Con buona pace di detrattori di livello challenger ed ex tennisti in cerca di visibilità.

Alessandro Bonelli, 21 agosto 2024

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