L’omicidio di Giulia Cecchettin si è già trasformato da caso di cronaca nera in un caso politico – con connessi attacchi al governo di Giorgia Meloni. Una evoluzione inaspettata, o forse no. Neppure il tempo di celebrare le esequie, insomma, che il quadro dipinto di un’Italia unita e coesa di fronte al dramma dell’omicidio della giovane laureanda sembra già disperatamente lontano.
L’ultimo caso esplode in diretta tv e sui social. Giorgia Meloni, dopo essere stata accusata di fatto di essere “espressione di una cultura patriarcale” da Lilli Gruber, giornalista di La7, ha risposto in termini espliciti biasimando le affermazioni della giornalista: “Ora la nuova bizzarra tesi sostenuta da Lilli Gruber nella sua trasmissione di ieri sera – si legge sui social del premier – è che io sarei espressione di una cultura patriarcale”. Meloni poi ha sottolineato la contraddizione evidente di tale dichiarazione, considerando che per un lungo periodo, in virtù della sua storia familiare, era considerata il vertice di una famiglia matriarcale.
Durante l’ultima puntata di Otto e Mezzo, parlando del caso di Giulia Cecchettin, Gruber ha detto che “non si può negare che in Italia ci sia una forte cultura patriarcale e che questa destra-destra al potere non la sta proprio contrastando”. Non solo. Secondo la conduttrice “non vuol dire niente” neppure che il premier sia una donna. Meloni ha replicato duramente alla tesi di Gruber condividendo una foto di famiglia: “Non so come facciano certe persone a trovare il coraggio di strumentalizzare anche le tragedie più orribili pur di attaccare il governo – scrive il premier su Facebook – Ora la nuova bizzarra tesi sostenuta da Lilli Gruber nella sua trasmissione di ieri sera è che io sarei espressione di una cultura patriarcale. Come chiaramente si evince da questa foto che ritrae ben quattro generazioni di “cultura patriarcale” della mia famiglia. Davvero senza parole”. La foto vede immortalate Meloni insieme a sua madre, sua nonna e alla neonata figlia Ginevra.
Dopo qualche ora è arrivata la risposta della Gruber. La giornalista ringrazia Meloni “per l’attacco che considero una prima dimostrazione della sua volontà di aprire un dialogo costruttivo con la stampa, un esercizio di democrazia al quale lei è poco abituata”. “Ritengo comunque che sia sempre pericoloso per il buon funzionamento democratico – aggiunge la conduttrice di Otto e Mezzo – quando un/una presidente del Consiglio attacca direttamente la stampa e singoli giornalisti. Per fortuna, il diritto al pensiero libero e critico è ancora ben tutelato dalla nostra Costituzione”.