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Giuseppi, un uomo chiamato protocollo

Cavilli, codicilli, burocrazia. Il modus operandi da azzeccagarbugli del premier

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Ultime notizie: mancano 7 miliardi di euro per la cassa integrazione: “un errore”, dicono, insomma hanno fatto male le operazioni elementari. “Ah, annamo bene, annamo proprio bene!”, direbbe la sora Lella. E er sor Brega aggiungerebbe: “Manco le bbasi der mestiere t’aricordi, ma che cazzo, ha Giuseppiii!”. Ma niente paura, Giuseppi, un uomo chiamato cavillo, anzi codicillo, ha pronta la soluzione: “Stiamo elaborando un protocollo”. La parola magica! La panacea, l’elisir di Dulcamara, l’esorcismo perfetto.

Per ogni cosa c’è un protocollo. Mancano i soldi? Protocollo. Le banche invece dei 25 mila euro erogano 25 mila adempimenti? Protocollo. Il Mes, passato da “mai” a “forse” a “vedremo” a “è la strada giusta”, prevede condizioni “light” come macigni? Ci sarà un protocollo. Le mascherine latitano? Avremo un protocollo. I tamponi attendono? Che problema c’è, arriverà un protocollo. La burocrazia, più giurano di abbatterla e più la erigono? Ci credo, senza un protocollo che la disciplini come si fa a intervenire? E la detassazione, tanto promessa, tanto vitale per quel che rimane del nostro sistema produttivo e industriale? Piano un momento, occorre un protocollo che stabilisca tempi, modi e priorità.

E le distinzioni sofistiche su parenti, congiunti, trombanti o semplici conoscenti? Ci sarà un protocollo che chiarirà i sette gradi di separazione. E l’autocertificazione rigenerante, dai tratti misterici, tipo stele di Rosetta della burocrazia? Qui davvero ci vuole un protocollo che chiarisca le faq che spazzino via i dubbi che condizionano le interpretazioni che possono fuorviare le applicazioni che al mercato mio padre comprò. Ma insomma, si può andare di qua e di là o no, e fino a dove, e corazzati come? Eh, un momento, che ci vuole il protocollo. E le 15 task force, per 450 esperti, da coordinare a mezzo task force? Ci sarà, ça va sans dire, un protocollo che chiarirà limiti e competenze e adempienze. Sì ma la app Immuni? I server chi li tiene, i dati dove fanno a finire? Questo – come direbbe Pozzetto – “come si fa a dire, sono appena arrivato…”. Dategli in tempo di partorire un protocollo.

E il vaccinone, con dentro tutto, anticovid, antiebola, antigelo, antipasti, antille, anticipo, antistaminici, antibiotici, antipatici, anticaglie? E, beh, i virologi astrologi si stanno confrontando per concordare un protocollo, previa telefonata di Bill Gates. L’uomo chiamato protocollo non decolla, ma non demorde. I sondaggi per la prima volta lo danno in flessione, malgrado gli aiutini della propaganda, ma non bisogna spaventarsi, e poi chi ha la chiave per decifrarli questi sondaggi? Forse ci vorrebbe un protocollo con regole chiare, tanto per non dare i numeri. L’è el dì di protocoll, alègher! Giuseppi ci fa un protocollo così, col protocollo non si mangia ma bisogna capire. Bisogna sempre capire, bisogna tutto capire.

Il lockdown è superato dai fatti, il contagio in remissione (dicono), i posti in terapia intensiva finalmente liberati, ma Ricciardi, il nostro (ex) uomo all’Oms, non se la beve, lui: al primo passo falso, minaccia, tutti dentro peggio di prima. Bisogna capire: la maggioranza non c’è più, l’opposizione non si sente troppo bene, Zingaretti, il paziente uno, scalda i motori al pit stop di Mattarella, come si può pretendere che Conte allenti la presa? Proprio adesso? Ha fatto tanto per noi, vogliamo darglielo un po’ di tempo, un altro po’ di lockdown, per organizzarsi? Anche i virologi influencer: vorrai mica che finisca tutto così, proprio adesso che cominciavano a divertirsi: si sono sbattuti come pazzi, sempre in televisione, sui giornali, tenutari di rubrichette, esperti in make up, oroscopi, pose su Instagram, sono diventati guru, santoni, totem, tabù, consulenti per le griffe, per i marchi, per i governi: se casca Conte con tutto il cocuzzaro, restano completamente privi di sovvenzioni, quanto meno in senso mediatico. Bisogna capire, avere pazienza. Che fretta c’è?

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