Commenti all'articolo Gli accordi con la Cina tra paradossi economici e luoghi comuni

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Orlo
Orlo
19 Marzo 2019, 13:51 13:51

Quest’articolo dimostra che ci può ancora essere un’approccio liberale lasciando da parte il conservatorismo e la reazione. Anche se il Martino,con un artifizio retorico,ci mette in guardia dal fatto che siamo un Paese che HA eredi a cui pensare. Quando scrive “a parità di altre condizioni”,riporta alla realtà tale fattore. L’Italia nn essendo “single”,è meglio che abbia un surplus commerciale piuttosto che propietari di aziende che dismettano con l’ipotesi(che si avveri nn sempre si avvera,anzi!)di aprire attività a più alta redditività,dal momento che chi acquista nn lo fa se,anch’esso,nn vede un guadagno. La Parmalat nn era decotta e aveva in “pancia” un accantonamento di 2 miliardi,ma nn ci fu una azienda o cordata italiana pronta ad acquisire la stessa. Arrivo Lactalis e se la prese anche per il tale surplus(forse senza nn l’avrebbe ritirata) che soltanto di recente,dopo vari “magheggi” di controllate,ha potuto inglobarsi. Se l’azienda o cordata fossero state 100% italiane,il tal surplus sarebbe stato disponibile da subito. Nn stiamo qui a lanciare fumogeni! Il problema italiano sta nel fatto che si sta vendendo per avere del cash da utilizzare in modo personale,che,benché legittimo avrebbe un senso in sistema di libero mercato alla Adam Smith,ma dal momento che(fortunatamente!!!) la tal situazione nn sussiste,ci porta ad avere un grosso problema irrisolto di ordine sociale per la mancanza di aziende dove… Leggi il resto »

Donatello Masellis
Donatello Masellis
19 Marzo 2019, 0:27 0:27

Professore Martino come al solito ha ragione. Economicamente non fa una piega il suo discorso, ma politicamente un accordo del genere, se interessa anche teconologie tipo 5G si scontra con gli accordi e le alleanze internazionali. Se avessimo al Governo gente seria, potrebbe utilizzare questo accordo per strappare vantaggi con il nostro faro in politica estera: USA. Con gente come Di Maio e Salvini ho paura che l’asse in politica estera si sposti. Come era bello quando l’Italia era considerata ad altissimo livello dagli USA e il nostro Presisdente del Consiglio fu invitato a parlare al Congresso USA. Con rispetto Donatello Masellis

Alessandro AKA LibertyFighter
Alessandro AKA LibertyFighter
18 Marzo 2019, 23:31 23:31

E’ un piacere leggere Martino.
Vorrei dire che concordo con quanto dice, ma sarebbe un errore.
Non posso concordare o meno, in quanto non ha espresso opinioni, ma FATTI di scienza, quindi non confutabili.
Un saluto

Luca Beltrame
Luca Beltrame
18 Marzo 2019, 22:57 22:57

Paradossalmente, questa volta non sono d’accordo con Martino. Il problema non è l’accordo, ma con *chi* si fa l’accordo. Nel caso in questione, il Partito (cioé la Cina) bada solo ai propri interessi e non è la prima volta che vengono sfruttati cavilli per girare un accordo apparentemente alla pari in una direzione a solo uso e consumo del Partito stesso.

Si veda per esempio https://en.wikipedia.org/wiki/Magampura_Mahinda_Rajapaksa_Port#Lease_to_China

Mazzini
Mazzini
18 Marzo 2019, 22:49 22:49

Bisogna ricordarsi di un fattore economico che riguarda il rapporto debito/pil. Se si esporta di più, il pil aumenta. il che fa scendere il rapporto debito/pil, dunque i tassi di interesse che sono legati al debito. Il pil è produzione-servizi.Un piccolo esempio: accogliere clandestini aumenta il prodotto produttivo della nazione, ma questo pure aumenta il totale dei servizi, il totale del pil ( prodotto- servizi)= zero ( o negativo). Se invece lo stesso lavoro fosse andato verso la produzione di un prodotto di esportazione, il pil sarebbe aumentato considerevolmente. Tutto sommato, l’esportazione fa bene. Più esportazione=più grande pil=più basso rapporto debito/pil= migliore credito=più basso costo del debito=più ricchezza per il cittadino e lo stato.

nick2
nick2
18 Marzo 2019, 22:36 22:36

Il problema è un altro. Qualcuno sa dire con precisione cosa cavolo firmeremo con la Cina? Possibile che non ce lo dicano? Siamo sicuri che i nostri demagoghi da quattro soldi lo sappiano?