Cronaca

Esclusiva

“Gli antifascisti? Pestano gli agenti. Ecco perché alla Scala è stato identificato”

Alla Prima l’urlo dal loggione: “Viva l’Italia antifascista”. La Digos gli chiede i documenti e subito il Pd la butta in politica

Teatro alla Scala antifascista polizia

Abbiamo chiesto a Pasquale Griesi, segretario Fsp Polizia di Stato, cosa pensa della identificazione del loggionista alla Scala per aver urlato “viva l’Italia antifascista”. Ecco la sua risposta.

Lo spettacolo è terminato, potete tornare a casa in serenità, mentre uomini e donne della Polizia di Stato continueranno a svolgere il proprio lavoro 24h su 24h, sia nei festivi che nei feriali.

Sul caso del Teatro alla Scala, qualcosa non torna. Non fate che domandare più sicurezza, e poi vi scandalizzate se chiediamo i documenti a qualcuno? Quello che mi meraviglia è che una normalissima identificazione riesce diventare pure una notizia. Immagino che ormai sia difficile immaginare che qualcuno faccia ancora bene il proprio lavoro, come fatto dagli agenti della Digos, soprattutto in questa città dove quello che conta è l’apparenza. Dove ciò che conta è solo far filosofia e chiacchiere da bar.

In più occasioni l’Fsp Polizia di Stato si è battuta per cercare di far comprendere a tutti che la sicurezza non ha colore politico, è patrimonio di tutti, ma puntualmente riuscite a far polemica.

In modo da rasserenarvi, vi vorrei comunicare che il personale della Digos ha l’obbligo e il dovere di tenere tutto sotto controllo, anche di sapere chi ha urlato di essere antifascista. Dovreste solo essere felici di quel controllo. Oppure pensate che chi si dichiara “antifascista” sia esente da quello che accade ad ogni normale cittadino?

Vorrei inoltre far notare che “antifascisti” sono anche coloro che lanciano pietre e aggrediscono i poliziotti in piazza. Solo nelle ultime settimane, a Bologna e Torino, le forze dell’ordine hanno contato 21 agenti feriti da sedicenti pacifici antifascisti.

State tranquilli: in ogni manifestazione, da un estremo all’altro, senza nulla escludere, tutto viene posto sotto controllo dalla polizia e nulla è lasciato al caso. È una banale questione di sicurezza. A Milano sono state controllate dalla Questura circa due milioni di persone. Cosa avrebbe di diverso dagli altri questo signore del loggione?

Lo spettacolo lo state dando ora, voi. Complimenti.

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