Nicaragua: Ortega oscura la Cnn in spagnolo
Il regime nicaraguense continua a colpire la libertà di espressione nel Paese. Ieri, senza fornire alcuna spiegazione per la misura, il governo ha bloccato le trasmissioni del segnale di notizie internazionali “Cnn en español”, secondo quanto denunciato dalla rete stessa sul suo sito. “Il governo nicaraguense ha tolto il segnale alla nostra televisione, negando ai nicaraguensi le notizie e le informazioni della nostra rete, di cui si fidano da oltre 25 anni”, ha dichiarato la Cnn in un comunicato. “La Cnn ha cercato di ottenere una dichiarazione sia dal governo che dagli operatori via cavo che trasmettono il suo segnale ma non ha ricevuto alcuna risposta”, ha aggiunto.
L’emittente ha ricordato che le Nazioni Unite hanno espresso preoccupazione per gli attacchi di Ortega contro “membri della Chiesa, della stampa indipendente e dei difensori dei diritti umani”. Oscurare la Cnn è l’ultimo di una serie di attacchi ai mediani Ortega che ha già chiuso 51 organi di informazione, tra cui 23 solo lo scorso agosto, la maggior parte dei quali di proprietà della Chiesa cattolica. Ortega ha anche arrestato tutti i politici d’opposizione e chiuso oltre 2 mila ong.
Lula vuole già vincere al primo turno
I brasiliani si recheranno alle urne il 2 ottobre e sei dei quindici sondaggi diffusi nelle ultime due settimane indicano che già quel giorno Lula potrebbe superare il 50% dei voti validi. Con questa prospettiva, Lula entra nell’ultimo tratto della campagna elettorale deciso a pescare tra coloro che sostengono il candidato del Partito Laburista Ciro Gomes, che nei sondaggi ha il 7%. La ricerca del voto “utile” di Lula si sta concentrando su Gomes, che ha perso consensi anche nel Partito Democratico del Lavoro, che lo candida alla presidenza.
Martedì, circa 40 leader storici di quel partito gli hanno chiesto di abbandonare la sua candidatura e di dichiarare il suo sostegno a Lula per “sconfiggere il fascismo di Bolsonaro già al primo turno”. “C’è ancora tempo per fare ammenda, compagno Ciro. Rivolgiti subito ai tuoi seguaci e dì loro che l’urgenza della lotta contro il fascismo non lascia altra scelta che sostenere Lula”, si legge nella lettera, firmata, tra gli altri, dal premio Nobel per la pace argentino Adolfo Pérez Esquivel e dall’ex presidente ecuadoriano Rafael Correa. Ieri, in una nota intitolata “Vota pro-democrazia” e pubblicata sul suo account Twitter, l’ex presidente Fernando Henrique Cardoso ha lasciato intendere che, tra Bolsonaro e Lula, lui sta con il secondo. Dal canto suo Bolsonaro ha ribadito la sua sfiducia nei confronti dei sondaggi e ha assicurato a migliaia di persone a Brasilia che sarà lui a vincere le elezioni “al primo turno”.
Cile: si dimette il generale capo dello Stato Maggiore dopo l’hackeraggio di 400 mila email contenenti informazioni sulle proteste del 2019 e su altri paesi della regione
La crisi sulla fuga di documenti militari ha sorpreso il Presidente alle Nazioni Unite. Il capo dello Stato maggiore congiunto (EMCO) delle Forze armate cilene, il generale Guillermo Paiva, si è dimesso ieri a seguito di una massiccia fuga di e-mail contenenti informazioni sensibili sulla sicurezza nazionale. Questa è la prima crisi che coinvolge l’istituzione militare affrontata dal presidente Boric. L’incidente è così grave che il ministro della Difesa Maya Fernández ha sospeso la sua partecipazione al tour presidenziale a New York per tornare di emergenza a Santiago e affrontare la crisi, che riguarda tutti i settori delle forze armate.
Il Congresso ha convocato il Segretario di Stato, il sottosegretario e il capo dell’EMCO, per rendere conto della portata della fuga di notizie. Secondo il quotidiano El Mercurio, le informazioni sono state diffuse su piattaforme che pubblicizzano le attività degli hacker dal gruppo identificato come Guacamaya e tra i file rilasciati ve ne sono alcuni relativi agli eventi verificatisi dopo le massicce manifestazioni sociali scoppiate in Cile nel 2019, che hanno provocato una trentina di morti. Secondo il sito web Bio Bio, i documenti includono anche un rapporto interno dello Stato Maggiore che espone la posizione cilena nei confronti dell’Argentina. Il rapporto di 29 pagine rivela la percezione che il Cile ha del presidente argentino Alberto Fernández, descritto come uno che “ha l’abitudine” di intromettersi nella politica interna dei suoi vicini.
Inoltre, secondo la rivelazione di Bio Bio, i commenti di Boric durante il suo primo viaggio ufficiale a Buenos Aires sono “un potenziale argomento a favore della strategia argentina sulla Patagonia”. La percezione di Fernández come un presidente che si intromette nella politica interna dei Paesi vicini, le reazioni in Argentina ai commenti dell’ex ministro degli Interni e della Pubblica Sicurezza cileno Izkia Siches sul “Wallmapu” (il territorio Mapuche) e l’attenzione particolare al dispiegamento militare nella Terra del Fuoco sono solo alcune delle conclusioni del rapporto interno dello Stato Maggiore cileno, rivelato nel mezzo della fuga di migliaia di file dall’organo consultivo del Ministero della Difesa.
La crisi in Argentina colpisce anche le figurine Panini del Mondiale di calcio 2022
Il governo argentino, già alle prese con l’instabilità politica, uno dei tassi di inflazione più alti al mondo e un’economia in crisi, è dovuto intervenire per placare un’aspra polemica nazionale sulla vendita delle figurine ufficiali della Coppa del Mondo, che sono esaurite nel Paese a due mesi da Qatar 2022, causando panico e feroci dispute tra negozianti e fornitori. Le edicole non riescono a procurarsi gli articoli da collezione da quando sono andati esauriti a fine agosto e hanno accusato i distributori di trarre profitto dalla mania argentina per la Coppa del Mondo, aumentando i prezzi.
Ieri il ministero del commercio argentino ha incontrato i rappresentanti della Panini, l’azienda italiana – che nega le accuse – e i membri del sindacato nazionale dei negozianti nel tentativo di calmare le crescenti tensioni. Le figurine della Coppa del Mondo sono un bene di prima necessità per bambini e adulti in un Paese che ama il calcio, ma quest’anno la domanda è stata insolitamente forte nella patria di Maradona. Panini ha detto che la domanda di album per questa campagna è del 42% superiore a quella del 2018 e che è stato venduto il 18% in più di figurine. I gestori delle edicole della capitale, Buenos Aires, hanno affisso dei cartelli nelle loro vetrine per informare i clienti che hanno esaurito le ambite figurine con la data di quando prevedono di riceverne altre.
Paolo Manzo, 23 settembre 2022
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